Industria, mercato, domanda e offerta ai tempi del Covid
Come riapre la nautica?
Parlano gli operatori
FABIO PLANAMENTE (GRAND SOLEIL), PRESIDENTE VELA DI CONFINDUSTRIA NAUTICA - Gli utenti hanno una voglia matta di tornare in barca (quella vecchia o quella nuova, che sperano gli sia consegnata). Gli operatori sognano la riapertura completa, la ripresa della produzione, una rinascita. Porti, charter, derive, accessori, servizi, salone... La crisi non è uguale per tutti - LUIGI CORETTI (ADRIA SHIP), PIETRO NEGRI (NEGRINAUTICA), DANIELE DE TULLIO (ITALIA YACHTS), ANTONIO BUFALARI (MARINEDI)...
Alla guida di un marchio iconico della vela italiana, Cantiere del Pardo - Grand Soleil, rilevato dopo esserne stato manager, Fabio Planamente mantiere una visione globale del settore vela del quale è presidente nell'organigramma della nuova Confindustria Nautica, che ha riunificato UCINA e Nautica Italiana. "Lo stato d'animo alterna preoccupazione e fiducia. Da un lato sono preoccupato perchè le idee sono ancora troppo confuse e si stenta a individuare linee chiare, date, direttive precise fondamentali per il futuro. Dall'altro sono però fiducioso per certe reazioni del mercato, almeno in alcune sue parti. Noi ad esempio sia per la vela che per il motore abbiamo avuto zero disdette."
Cantiere del Pardo è rimasto chiuso durante il lockdown ma da metà aprile ha parzialmente riaperto: "Abbiamo nel nostro codice Ateco anche le voci manutenzioni e riparazioni, e ciò ci consente di terminare e spedire le barche già ordinate. Questo è possibile grazie all'organizzazione che ci siamo dati da subito: accordo con le parti sociali, polizza extra a tutti i dipendenti, protocolli di ingresso in azienda scaglionati, distanziamenti, dispositivi completi di sicurezza, massimo quattro persone per barca, molti pannelli illustrativi delle regole. La base dell'accordo sindacale è stata la volontarietà: chi viene a lavorare lo fa per scelta e sa di trovare la massima sicurezza."
Si diceva del mercato a varie facce: "Con i clienti di fascia alta continua il rapporto di sempre, c'è una gran voglia di ripresa e di andare in barca. Molto dipenderà dai prossimi giorni: se entro la fine di maggio sarà possibile una graduale ripresa degli spostamenti e dei viaggi, e una riapertura dei marina e degli ormeggi, la fiducia crescerà. Del resto molti stanno comprendendo che la vacanza in barca la prossima estate sarà la più sicura!"
Non c'è solo la fascia alta, però. "Quelli che stanno soffrendo di più - dice Planamente - sono i marchi "medi", che hanno prodotti a prezzi più bassi, e che vendono molto al settore del charter. Quest'ultimo è quello che sta pagando il primo impatto frontale della crisi. Le difficoltà del charter si riflettono su parecchi cantieri che avevano quel mercato di riferimento e che ora si ritrovano barche non ritirate dai clienti. Sappiamo di storie come alcuni leasing nautici in Croazia per società di charter, già approvati e poi annullati per l'aggravarsi della situazione economica. Questo trend rischia di fermare tutto. Il cliente medio che poteva spendere 1500-2000 euro di rata, se ha attività economiche colpite dalla crisi deve rinunciare. Penso al commercio, alla ristorazione, all'abbigliamento. Cosa che come dicevo non riguarda i clienti di fascia alta: ci sono casi in cui la passione prevale a tal punto che piuttosto rinunciano al leasing e al vantaggio fiscale pur di avere subito la barca."
Confindustria Nautica si muove per far ripartire le aziende, Planamente conferma: "C'è stato prima il protocollo portato in Parlamento e al Consiglio dei Ministri, poi l'azione concertata con le Regioni, qualche apertura reale e tendenziale, ma ancora molte realtà chiuse. Quello che si serve al più presto è un accordo che riguardi tutta la nautica, trovare un modello virtuoso, che metta insieme accordi sindacali, garanzie di sicurezza e organizzazione, per far riaprire tutta la filiera nautica. Lavorare in un cantiere nautico è di gran lunga più sicuro che andare al supermercato."
VERSO UN SALONE VIRTUALE? - Fabio Planamente si spinge a parlare anche dell'autunno e del prossimo anno: "Le due cose sono connesse, l'autunno deciderà l'andamento del 2021. Primo tema riguarda i saloni nautici, Genova in testa ovviamente. Resta un punto interrogativo, abbiamo spostato la data a ottobre, ma dipenderà dalle disposizioni che verranno. Si pensa a una gestione diversa, entrate contingentate, un salone quasi a invito, percorsi obbligatori, dispositivi... Ma se poi il Governo vieta gli eventi con grande pubblico? Bisogna prepararsi, e so che molti organizzatori stanno pensando ai saloni nautici virtuali, piattaforme per far visitare online al cliente le barche esposte, in un sito unico e non girovagando tra quelli dei cantieri, con una forte interazione con i dealer di riferimento. E' tutto da scoprire, e comunque speriamo che si torni presto alla normalità: i saloni sono anche feste, momenti di incontro."
Chissà che non ci tocchi scoprire che le barche si vendono anche senza saloni...
IL PUNTO SULLE REGIONI DOVE LA NAUTICA RIPARTE - Un confronto a Palazzo Chigi per la riapertura della produzione e per la tutela delle attività turistiche nel prossimo “decreto Aprile”, più l'osservazione delle scelte che alcune regioni iniziano a prendere: su questo crinale si muove Confindustria Nautica, l'organizzazione del settore costretta come tutti a navigare a vista. La riapertura delle attività produttive è considerato un primo passo indispensabile per farsi trovare pronti alla riapertura delle attività legate al pubblico, come i servizi e il charter.
Dall'analisi dei diversi comparti del settore, CN ha redatto un Dossier (portato all'attenzione del Governo, della Task Force, del Comitato tecnico-scientifico) per illustrare le tipologie delle aziende, il numero medio dei dipendenti, i profili di rischio per il personale, le misure di tutela adottate, i flussi di cassa delle imprese, l’andamento del ciclo produttivo, l’impatto economico e occupazionale del protrarsi per singola settimana delle misure di chiusura, sia sul 2020, sia sul 2021, e un piano per la riapertura sotto controllo sanitario, con annessi i protocolli da adottare con i sindacati o le rappresentanze aziendali.
Nel frattempo, negli scorsi giorni l’Associazione è intervenuta presso tutti i presidenti di Regione inviando loro la sintesi dello studio già presentato a Palazzo Chigi. E qualcosa si inizia a muovere: dopo la Liguria, anche la Toscana e il Lazio hanno interpretato le norme governative sulle attività di manutenzione di unità da diporto - che Confindustria Nautica era riuscita a far confermare fra le attività consentite anche dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 aprile 2020 - statuendo che possono ritenervisi incluse quelle di consegna delle unità già prodotte.
“I Presidenti Rossi e Toti si sono dichiarati disponibili a sostenere le richieste di Confindustria Nautica presso il Governo. Nel ringraziarli pubblicamente, invito gli altri Governatori a fare altrettanto”, commenta il Presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi. “Dopo tanti deceduti, la situazione è estremamente delicata, per questo abbiamo profuso ogni sforzo, anche grazie alla struttura dell’Associazione che ha in casa tutte le competenze tecniche, statistiche, giuridiche, economiche e legali, per produrre analisi e dati oggettivi, gli unici con i quali potremmo essere ascoltati in un momento in cui al Governo arrivano qualcosa come 2.400 mail al giorno”.
“Ritengo che siamo riusciti a dimostrare tecnicamente il basso impatto di rischio delle attività nautiche, che è la condizione pregiudiziale per ogni valutazione di riapertura da parte dell’Esecutivo - conclude Cecchi - questa è l’unica cosa importante per alleviare la sofferenza dei nostri imprenditori e dei nostri lavoratori. Continuiamo a lavorare per loro, responsabilmente e senza clamore”.
Per quanto riguarda le attività dei porti, dei charter, delle scuole nautiche e dei servizi, CN continua il confronto con il Governo per la definizione del cosiddetto “decreto Aprile”.
I PROVVEDIMENTI DI TRE REGIONI
LAZIO - Sono consentite, nell'ambito delle attività di cantieristica navale, l'attività di "consegna di magazzino" nonchè le attività propedeutiche allo spostamento dal cantiere all'ormeggio o le attività connesse comunque finalizzate alla consegna, previa comunicazione al Prefetto - nel rispetto di tutte le disposizioni e prescrizioni finalizzate al contenimento del contagio previste dai precedenti e vigenti provvedimenti nazionali e regionali, con particolare riguardo ai contenuti del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro.
TOSCANA - Le attività relative alla consegna dei mezzi navali già allestiti da parte dei cantieri navali ed il loro spostamento dal cantiere all’ormeggio possono essere svolte previa comunicazione al Prefetto. Resta ferma la possibilità di svolgere attività di manutenzione, vigilanza e pulizia ai sensi dell’articolo 2, comma 12 del DPCM 10 aprile 2020; 2. Sono chiusi al pubblico gli stabilimenti balneari e relative aree in concessione o di pertinenza, i campeggi, i villaggi turistici, i parchi di vacanza, le aree di sosta come definiti dagli articoli 24, 25, 28 e 29 della legge regionale Toscana n.86/2016; l'accesso è consentito solo al personale impegnato in attività di manutenzione, vigilanza e pulizia, ivi comprese le attività di allestimento e manutenzione delle strutture amovibili, previa comunicazione al Prefetto nonché segnalazione dell’area per impedire l’accesso ad estranei.
LIGURIA - Autorizzate le installazioni e gli allestimenti stagionali per l'apertura degli stabilimenti balneari: autorizzate prestazioni di servizio di carattere artigianale rese da terzi per interventi di manutenzione a bordo di imbarcazioni da diporto all'ormeggio. Le attività di manutenzione propedeutiche alla consegna di mezzi navali già allestiti da cantieri navali e il loro spostamento dal cantiere all'ormeggio sono autorizzate previa comunicazione al Prefetto e all'autorità marittima competente e con l'assenso delle parti sociali.
Abbiamo sentito altri operatori, e altri ne sentiremo nei prossimi giorni, per approfondire l'analisi del momento e capire i diversi modi in cui le diverse aziende affrontano il momento.
LUIGI CORETTI (ADRIA SHIP) - "A Grado il cantiere ha riaperto per fare carene, come previsto dal codice Ateco. Si lavora con tutte le protezioni e la massima cautela, la struttura è chiusa al pubblico e in generale i cantieri sono chiusi." Luigi Coretti testimonia la situazione dei marchi che rappresenta: "Bali in Francia (il cantiere francese dei catamarani, ndr) è chiuso, si parla di una riapertura per maggio. Carbonautica in Slovenia praticamente chiusa. Elan è stata chiusa quasi due mesi, riaprirà a inizio maggio... Gli scenari sono incerti. Ci sono molti catamarani in consegna e finchè non riprenderanno gli spostamenti sia in Francia che in Italia non sarà possibile andarli a prendere. Anche due Bali che sarebbero venuti via mare sono bloccati in Francia, in acqua, e lo stesso avviene per la facility del cantiere in Tunisia dove sono in quarantena e con frontiere chiuse."
Pensando a chi lavora nella nautica viene in mente la difficoltà dei rapporti con i clienti in un periodo come questo, ma Coretti a sorpresa racconta: "I proprietari delle barche sono tranquilli, sanno che non ci sono colpe da addossare, tanto meno ai cantieri, certo qualcuno ragiona su un rinvio dell'acquisto a tempi migliori, ma sono pochi. E su queste scelte peseranno le decisioni sulla riapertura: tra due mesi o tra quattro? Sarebbero scenari ben diversi. E comunque sarà una ripartenza lenta e solo con italiani."
Anche Coretti conferma la crisi dura del noleggio: "I grandi player americani come Mooring e Sunsail hanno dichiarato la stagione finita in tutto il mondo, ormai vendono da settembre in poi. Sono dinamiche grandi che non hanno la struttura per fare piccoli numeri, hanno licenziato quasi tutti i dipendenti. Il turismo nautico stima una graduale ripresa solo interna senza clienti esteri e sarà tutto last-minute, servirà grande flessibilità."
A dare un aiuto alla nautica potrebbe venire la crescente consapevolezza che la vacanza in barca sarà la più sicura contro il contagio! "Infatti - risponde Coretti - capitano anche stranezze indicative, come un cliente toscano che ha preso una casa a Panarea, e chiede di noleggiare un catamarano per raggiungere l'isola al posto del treno o dell'aereo! Il cliente c'è ancora, come la passione, facciamo preventivi e offerte, quello che mancherà sarà il mercato del charter che assorbiva un gran numero di scafi dai cantieri. A quel punto ci saranno tante barche invendute in magazzino. O arriverà qualche fondo a comprarle o si attenderà un anno... Anche Elan vende in Croazia almeno il 50% ai charter, a ottobre-novembre potrebbe risentirne. Ci aspettano tempi difficili, speriamo almeno nel salone nautico: è fondamentale per vendere, un mercato sano ne ha bisogno."
DANIELE DE TULLIO (ITALIA YACHTS) - Un cantiere che si chiama come il Paese e che è cresciuto molto negli ultimi anni, proponendo prodotti made in Italy di successo. Oggi in trincea, come tutti. "La situazione dell'azienda è congelata a inizio marzo - racconta Daniele De Tullio - con ordini in overbooking per il 2020 e inizio 2021, motivo di grande soddisfazione da parte nostra, anche per un portafoglio clienti distribuito su tutto il territorio internazionale. La produzione e il cantiere sono fermi da due mesi, con i dipendenti in cassa integrazione o in smart working. Eravamo nella fase finale di allestimento dei due modelli nuovi, e il blocco causerà un ritardo nella loro presentazione al mercato."
Mentre siamo tutti chiusi in casa, immaginiamo lo stato d'animo di un imprenditore della nautica, con il pensiero rivolto alle barche da consegnare. "L'incertezza sui tempi e sui protocolli futuri ha come conseguenza l'impossibilità di pianificazione e strategia - risponde De Tullio - Per un'azienda che fa programmi semestrali è un problema importante. Previsioni di riapertura secondo l'ultimo DPCM a inizio maggio, ma poi avremo bisogno del tempo necessario a riavviare la produzione. Siamo abbastanza sicuri che i mercati di riferimento per i prossimi mesi saranno Stati Uniti, Oriente e Italia. Il resto d'Europa per il momento resta indietro."
La vera domanda riguarda la capacità delle aziende di reggere questo momento sotto l'aspetto economico: "Il decreto Cura Italia offre la possibilità di accedere a finanziamenti, quindi a fare debiti, e noi cerchiamo con attenzione di evitare questo passo: non vogliamo aumentare l'indebitamento dell'azienda dopo aver fatto tanti sacrifici per portarla in bonis e aver raggiunto ottimi regimi economico finanziari."
SE LE AZIENDE FANNO RETE - Eccellenze italiane unitevi. Ci sono anche i primi esempi di un trend che potrebbe crescere nel futuro: le collaborazioni tra segmenti della nautica, perchè l'unione fa la forza. L'esempio di Marinedi (porti turistici) e Italia Yachts (cantiere) che giocano d’anticipo con un’offerta pensata per gli armatori fermi per troppo tempo all’ormeggio. E’ un bell’esempio di collaborazione quello che nasce tra il primo network di marine nel Mediterraneo guidato dall’Ingegnere Renato Marconi, e il cantiere di barche a vela che fa capo alla famiglia Vitulano. L'accordo prevede che tutti gli armatori del cantiere (oltre 120 unità in circolazione) possano usufruire di tariffe a loro riservate in tutta la rete, con l’obiettivo di dare un impulso al turismo nautico in un’area tanto vasta, lungo tutto lo stivale, che va da Porto Ercole, in Toscana, a Vieste, in Puglia con 12 marine già operative tra la costa, le isole Sardegna e Sicilia e la Tunisia.
Lo scopo è quello di sostenere gli armatori e di incentivarli a muoversi di più, a vedere nuovi posti e ad approfittare dell’opportunità aggiungendo qualche tappa durante gli spostamenti. In quest’ottica rientra la particolare offerta sul Marina di Vieste, che potrebbe essere una buona meta per chi dall’Adriatico si sposta nel Tirreno per la stagione delle grandi regate o per chi da Tirreno vuole fare base per andare e tornare dalla Grecia, approfittandone per godersi le meraviglie della Puglia.
ANTONIO BUFALARI (MARINEDI) - L'Avvocato Antonio Bufalari, Legal Counsel del Gruppo Marinedi e Vice Presidente Assonautica Romana riporta il polso del difficile momento per i marina turistici. "Nei porti c'è una forte contrazione di presenze, diportisti e transiti, che soprattutto con i primi caldi sarebbero arrivati. A seguito delle prime manovre di contrasto al Covid19 e del blocco degli spostamenti non necessari, i porti hanno mantenuto solo le attività di messa in sicurezza, manutenzione e controllo degli ambiti portuali, dei sistemi di attracco e delle imbarcazioni all’ormeggio, al fine di garantire la sicurezza anche in assenza degli armatori, e per tener pronte le strutture portuali ad accogliere nuovamente i diportisti alla riapertura."
I gestori dei porti hanno avuto più di una difficoltà a spiegare ai clienti che non potevano andare in barca nel lockdown, anche se alla fine il buon senso ha prevalso. "Le criticità maggiori - continua Bufalari - si sono avute nella contrazione generale dell’economia: anche i porti turistici stanno avendo e avranno seri problemi anche nel pagamento degli stipendi e dei fornitori. Per fortuna si cominciano a vedere i primi spiragli di ripresa. Se ci fosse una ripresa delle attività la stagione estiva potrebbe essere in parte recuperata. Sicuramente dovremo continuare la prevenzione e prepararci a un mercato diverso dal solito, molto più domestico e stanziale, con pochi stranieri. Alla fine sarà un bene. Si potrà concentrare il turismo nelle località nazionali aumentando e concentrando i consumi sul territorio italiano in un’ottica di rigenerazione nazionale."
Quali aiuti possono essere veramente utili ai porti? "Serviranno strumenti per la liquidità delle aziende e degli operatori turistici: un esempio potrebbe essere l’azzeramento dei canoni demaniali (la Sicilia già lo sta pensando), dell’IMU e della TARSU. Manovre concrete per abbattere i costi erariali delle società tali da permettere di avere liquidità maggiore in cassa da riversare verso i clienti finali, ad esempio con una riduzione dei canoni di ormeggio."
PIETRO NEGRI (NEGRINAUTICA) - Anche il mondo delle barche piccole e piccolissime soffre la crisi da virus, e a differenza della cantieristica è molto legato alla riapertura dell'attività sportiva di base, quindi ai circoli velici, alle scuole, alle regate. "Dobbiamo capire se e quando la gente potrà tornare a fare un'uscita in barca dal suo club - dice Pietro Negri, che importa e commercializza con Negrinautica molte derive tra cui il super diffuso Laser, tavole, accessori e prodotti per la nautica minore - e molto dipenderà dagli umori della gente e dall'andamento dei contagi. In questi due mesi siamo stati chiusi, sia a Milano che a Torbole, la primavera è saltata. Tutta la merce che avevamo ordinato è arrivata, il magazzino ci basta per tutta l'estate, adesso il problema è smaltirlo..."
Si puo' pensare tuttavia che le derive o le piccole barche, di costi abbordabili e trasporti facilitati, possano avere una ripresa veloce e quasi in controtendenza, appena la riapertura dovesse stabilizzarsi. Negri conferma: "I clienti si dibattono tra la voglia di tornare in barca prima possibile e la sofferenza per quanto avviene e per le conseguenze economiche. Diciamo che condividiamo lo stato d'animo, tra noi e i clienti c'è grande solidarietà reciproca. Per le barche giovanili, poi, contano le famiglie, i genitori: alcuni sono più fiduciosi e si organizzano, i ragazzi si allenano a casa... Altri sono più negativi, e hanno bisogno di segnali di incoraggiamento. Circoli e scuole sono preoccupati: già hanno perso le gite scolastiche di primavera, senza scuola vela estiva i bilanci non quadreranno."
Il pensiero finale di Pietro Negri esprime in pieno quello di quasi tutti gli operatori: "I numeri adesso è meglio non guardarli... Vogliamo solo cercare di evitare che sia distrutto tutto il lavoro di decenni, non disperdere tutto, tenere insieme la squadra."
LA NAUTICA ITALIANA E GLI ALTRI PAESI - C'è poi un tema di confronto tra industrie nautiche e contenimento della pandemia: l'Italia, inizialmente la più colpita in Europa e nel mondo, ha avuto un blocco delle attività industriali superiore ad altri paesi, e non è detto che si possa compensare alla ripresa. In un'intervista con l'ANSA, Michele Gavino, ad di un altro marchio iconico della nautica italiana, cantieri Baglietto, membro del tavolo di concertazione di Confindustria Nautica, ha analizzato il periodo post Covid-19 con occhio critico. Se la nautica italiana, prima al mondo per design e tecnologia, non riaprirà presto la produzione, non consegnerà le imbarcazioni già pronte, non ricomincerà a vivere rischia di essere ingoiata da competitors europei i quali non aspettano altro. "Siamo i numeri uno e quindi i più soggetti da parte dei concorrenti a essere attaccati". E i cantieri del Nord Europa, che non hanno mai chiuso "hanno un vantaggio competitivo non da poco... Quanto perderemo in termini economici lo vedremo sul lungo periodo - ha detto Gavino all'ANSA - Ma abbiamo due mesi di ritardo. Sarà comunque una perdita a doppia cifra". Adesso è il momento di pensare la ripresa "cambiando il modo di lavorare: nuovi standard di sicurezza, nuove velocità. Tutti ne soffriranno, ma la nautica italiana ne soffrirà di più perché per noi lo stop è stato più lungo. Germania e Olanda hanno avuto numeri relativi al contagio diversi dai nostri e non hanno mai fermato totalmente l'attività".
Insomma la nautica prova a rialzare la testa e a evitare il gorgo terribile di una depressione economica che sarà feroce. Limitare i danni, continuare a esprimere speranze, essere l'Italia, paese leader della meganautica di lusso ma anche riferimento per il turismo e per l'approccio alla vela. Proprio la vela (è già stato così nella crisi del 2008) puo' essere il fortino della resistenza e della ripresa. La nuova Confindustria Nautica ha mostrato di muoversi bene a livello istituzionale, ma è necessario al proprio interno un salto di attenzioni verso la vela, tutta, anche quella minore. A cominciare dagli organi direttivi, dove ancora oggi dominano grossi yacht, motore, gommoni. Se siamo tutti sulla stessa barca, una vela ci salverà.
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