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16/03/2020 - 15:44

Tokyo, ma quando?

CIO-Federazioni, summit su Tokyo

Riunione d'emergenza del Comitato Olimpico Internazionale con i vertici delle federazioni sportive mondiali. Calendari saltati, qualifiche a rischio, regolarità da ripristinare, la salute prima di tutto. E gli atleti... Tokyo 2020, decisione entro aprile

 

(17.3) ULTIM'ORA RIUNIONI CIO - "Al momento non c'è urgenza di decisioni radicali su Tokyp 2020" - Slittano le decisioni (eventuali) sul rinvio dei Giochi di Tokyo 2020. In un primo report a margine delle riunioni di crisi con le federazioni internazionali di martedi 17, il CIO ha respinto le speculazioni "controproducenti" secondo cui Tokyo 2020 potrebbe essere rinviata o annullata e ha insistito sulla conferma dei Giochi. Anche se l'epidemia COVID-19 ha costretto a chiudere quasi tutto lo sport in tutto il mondo e ha provocato il caos sul processo di qualificazione per le Olimpiadi e le Paralimpiadi, il CIO e i funzionari giapponesi hanno rifiutato di rinunciare alla loro posizione: "i Giochi apriranno il 24 luglio come programmato".

Il processo di qualificazione di Tokyo 2020 è stato al centro della conference call che il CIO ha tenuto con i capi di tutte le Federazioni olimpiche estive, presieduto dal presidente del CIO Thomas Bach e che ha avuto luogo a seguito di una riunione del Consiglio esecutivo. Il CIO ha istituito un gruppo di attuazione per "agire rapidamente, ove necessario, per conto del Comitato esecutivo" e approvare le modifiche ai sistemi di qualificazione proposti dalle Federazioni. Il direttore sportivo del CIO Kit McConnell ha scritto alle federazioni che il panel "esaminerà qualsiasi modifica che abbia un impatto sui principi e sul processo di qualificazione generale".

Tra le voci possibile azzeramento delle qualifiche, con decisioni spostate dalle gare alle ranking, e in alcuni sport anche allargamento dei numeri di atleti qualificabili. Ora si attende un report anche da World Sailing, per conoscere le idee allo studio per quanto riguarda la vela.

TORCIA DIMEZZATA - Senza precedenti il percorso della torcia olimpica, privo di pubblico, con partenza (confermata) il 26 marzo da Fukushima (quella della centrale nucleare danneggiata dallo tsunami che nel 2011 fece circa 16mila morti), sarà misurata la febbre a tutti i corridori che la porteranno in staffetta. Lo ha detto Toshiro Muto CEO di Tokyo 2020, aggiungendo: "Inizieremo il 24 luglio come programmato. Ma l'emergenza coronavirus cambia ora per ora."

 

(16.3) La musica per ora non cambia: il CIO e gli organizzatori giapponesi insistono nel difendere le Olimpiadi di Tokyo 2020, confermando la cerimonia di apertura il 24 luglio. Ma il mondo dello sport è nel caos: la pandemia e le misure restrittive eccezionali a tutte le attività riguardano tutti i continenti e le nazioni, gli eventi sportivi saltati ormai non si contano, e tra questi anche appuntamenti sul cammino olimpico, validi per le qualifiche in moltissimi sport, vela compresa. Per questo, nel tentativo di salvare i Giochi, la prima sfida è quella di rivedere tutti i calendari, e a questo servirà martedi 17 (!) la riunione in teleconferenza del presidente CIO Thomas Bach con gli omologhi delle federazioni sportive internazionali, tra cui World Sailing. Un appuntamento per fare il punto ufficiale della situazione chiesto a gran voce proprio dalle federazioni, che rispetto al CIO vivono il problema dei calendari in prima linea. E se al caos-calendari si aggiunge il blocco alla preparazione olimpica per molti atleti, si capisce come un intero mondo legato allo sport a cinque cerchi chieda al CIO, per quanto possibile, una parola di chiarezza. In primo luogo proprio su Tokyo 2020.

Gli atleti di vertice fanno sentire la loro voce e spiegano perchè hanno fretta. Federica Pellegrini: "Io spero che i Giochi si facciano, ma se si sceglierà il rinvio per motivi di salute sarà giusto e ci adegueremo, però devono dircelo presto, possibilmente entro un paio di settimane, massimo un mese. Poi diventerebbe troppo tardi per noi atleti, non possiamo continuare a navigare a vista, la preparazione ha bisogno di certezze."

Gli scenari possibili su Tokyo 2020, alla vigilia della delicata teleconferenza CIO-federazioni, sono sostanzialmente tre: 1) conferma delle date attuali; 2) rinvio di due-tre mesi; 3) rinvio di un anno e Olimpiadi nel 2021. C'è poi una quarta ipotesi alla quale nessuno vuole pensare al momento: le gare a porte chiuse. E la quinta ipotesi, la cancellazione definitiva, è troppo brutta per essere considerata, per adesso.

La matassa è complicatissima e in ballo ci sono motivi e interessi fortissimi, ma ovviamente per tutti è prioritario aspettare e capire l'evoluzione della pandemia, la curva epidemiologica. Si spera in un rallentamento, si sogna di avere presto cure, vaccini e situazione sotto controllo. Ma si fanno anche i conti con la realtà. Per definizione nello Sport la salute viene prima di tutto: di atleti, addetti, tifosi, interi paesi. Con la pandemia non si può scherzare.

Il secondo motivo è economico: il CIO vive di Olimpiadi. I diritti tv sono già stati allocati e contrattualizzati e il loro ricavato va a sostenere le federazioni internazionali degli sport olimpici. Se cade quel flusso le conseguenze possono essere drammatiche, anche se il CIO stesso ha una copertura assicurativa e un fondo straordinario per salvare la baracca.

Gli organizzatori a Tokyo hanno speso circa 25 miliardi per le Olimpiadi tra infrastrutture e servizi. Ci sono sponsorizzazioni (circa 3 miliardi) e biglietteria, oltre ai benefici per l'industria turistica e il paese in generale a compensare in parte quelle spese. Se i Giochi saltano, le spese restano e le entrate evaporano. Logico che il presidente nipponico Abe insista sulla regolarità dell'evento. In caso di rinvio breve, di qualche mese, le perdite si potrebbero forse riassorbire, anche se resterebbe il dubbio sulla risposta del pubblico: quanti si fideranno ancora di viaggiare fino al Giappone (dove erano attese 600.000 persone ai Giochi)?

Il rinvio breve potrebbe essere accettato meglio dai giapponesi anche se il turismo d'inverno avrebbe numeri sicuramente inferiori, e non piace ai network come la NBC che ha pagato 3-4 miliardi di diritti televisivi, e che si ritroverebbero le Olimpiadi in contemporanea con la stagione del football NFL, e con quelle del calcio in Europa.

Il rinvio secco di un anno, l'ipotesi Tokyo 2021, avrebbe costi immediati, ma anche la possibilità di recuperarli quasi tutti dodici mesi più tardi.

IL PUNTO DI VISTA DEGLI ATLETI - Alla fine sono i protagonisti, gli attori, i gladiatori del circo olimpico. Sono quelli che si preparano a lungo con sacrifici e che garantiscono lo spettacolo. Salvo rari casi di superatleti superpagati, peraltro la gran parte di essi ha ritorni minimi. Giusto quindi che in questo momento siano una delle categorie da ascoltare, e a rappresentarli in qualche modo ci sono (almeno si spera).

C'è stata una prima fase in cui l'epidemia ha colpito solo alcuni paesi (Cina, poi Italia e Corea del Sud), costretti a restrizioni che invece gli altri non avevano. Questa fase ha creato un paio di settimane di disparità tra atleti di quei paesi (praticamente fermi o quasi) e il resto del mondo. Ora con la pandemia un po' tutti i paesi stanno fermando lo sport, e almeno c'è la sensazione che tutti gli atleti condividano il livello di disagio.

Massima espressione dello Sport e obiettivo di una vita: ovvio che un atleta olimpico vorrebbe sempre fare l'Olimpiade. Andare ai Giochi puo' significare competere o vincere una medaglia, la gloria, i media, gli sponsor. La carriera che hanno scelto nella vita. Non farle significa perdere questa opportunità. Per alcuni atleti più "anziani" questa può essere l'ultima Olimpiade, saltarla sarebbe un addio, e anche il rinvio di un anno sarebbe pesante da accettare. Allo stesso modo, come ha evidenziato Federica Pellegrini, rischia di essere insostenibile per gli atleti l'incertezza sul futuro. Nel calcolo dei costi, a fianco di quelli economici, vanno messi quelli umani.

COME VIVONO QUESTO MOMENTO GLI ATLETI DELLA VELA OLIMPICA? - PROSSIMAMENTE

Il 19 marzo allo storico stadio Panatenaico di Atene (vuoto di pubblico), la Grecia consegnerà la torcia olimpica a Tokyo 2020. Quella torcia arriverà davvero ad accendere il braciere olimpico a luglio in Giappone? La risposta è sconosciuta, come in gran parte lo è anche il coronavirus.

Sezione ANSA: 
Saily - Vela Olimpica

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