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06/12/2017 - 19:37

ESCLUSIVA DI SAILY.IT - COMMENTI ECCELLENTI ALLA NUOVA CLASSE AC75 - SECONDA PARTE

Cino Ricci, torna il mito in Coppa

Seconda parte dell'inchiesta esclusiva di Saily: abbiamo sentito il parere di campioni e grandi personaggi della vela sulle nuove barche per la prossima America's Cup, i monoscafi AC75 che voleranno con foil zavorrati e senza chiglia. CINO RICCI: "Il progresso non lo puoi fermare, è una buona soluzione, così puo' tornare il mito della Coppa America. Ci sarà sempre da qualche parte uno Steve Jobs che inventerà altre diavolerie... Ma attenti: la vela rischia di scomparire dalle Olimpiadi" - LUIGI BERTINI, VALERIO GALATI

 

Il futuro della grande vela dell'America's Cup, con i nuovi monoscafi volanti, accende gli animi dei velisti, campioni o appassionati normali, tutti sono colpiti, incuriositi, affascinati dalla novità che si prospetta. La prima parte della nostra inchiesta con le riflessioni di un nutrito gruppo di personaggi dello sport velico, ha avuto un successo di pubblico eccezionale, e ha fatto balzare Saily.it in testa alle classifiche di audience! Come promesso ci ripetiamo.

Questa seconda parte dell'inchiesta ruota soprattutto intorno al parere di un grandissimo nome della nostra vela, che proprio con la Coppa America ha una storia personale e sportiva strettissima: Cino Ricci. Skipper di Azzurra, la prima sfida italiana all'America's Cup nel 1983, poi commentatore di celebri edizioni come 1992 San Diego (Il Moro di Venezia di Raul Gardini e Paul Cayard), 2000 e 2003 Auckland (Luna Rossa, Mascalzone Latino, Alinghi), quindi organizzatore per 22 anni del Giro d'Italia a Vela, Cino non è solo un volto popolare (è stato persino imitato da Teo Teocoli), ma un osservatore acuto e originale dei grandi temi, dei trend e delle forze in campo nel mondo velico. Saily lo ha sentito.

CINO RICCI - "Con queste nuove barche AC75 pensate da neozelandesi e italiani di Luna Rossa, mi sembra si sia trovata una buona soluzione, visto che il progresso non lo puoi fermare, non si poteva tornare al passato remoto. Non vedo cosa ci sia di negativo ad avere barche che sfruttano soluzioni tecnologiche che si sono dimostrate valide.

"La scelta del monoscafo era stata in qualche modo annunciata ed era attesa. Ma i progettisti non potevano tradire l'evoluzione prepotente che si era verificata con i catamarani, e per quanto riguarda i foil, ormai basta vedere che ci fanno anche il giro del mondo! Bisogna sempre aspettarsi le novità del progresso, da qualche parte c'è uno Steve Jobs che inventerà altre diavolerie...

"La gente non deve dimenticare che la Coppa America è sempre stata una continua ricerca dell'andare più veloci a vela per battere l'avversario, un continuo studio delle forme e delle soluzioni. Quando uscirono i J Class furono una esplosione per il mondo velico. Poi c'è stato un certo rallentamento, e adesso credo che siamo tornati alla vecchia filosofia che ha guidato la Coppa.

"Ci sono anche tanti bravi velisti che mi dicono: bastava fare dei TP52 un po' più grandi... Io rispondo: ma i TP52 ci sono già, perchè replicarli in Coppa? La Coppa è ricerca, pagata da ricchissimi  personaggi, chi non ha soldi non può fare la Coppa, non è per tutti. Le regate per tutti ci sono già, come per l'appunto le classi già esistenti, tutte belle e affascinanti, ma la Coppa è un'altra cosa. Fare la Coppa con qualcosa che già esiste sarebbe far crollare il mito, invece adesso si deve pensare a tornare al mito dell'America's Cup.

"Sono preoccupato per il futuro della vela olimpica. Per la verità sono arrabbiato con la politica internazionale della vela dai tempi in cui fu scelto il 470 per la lobby dei francesi, al posto dell'italiano Strale, la deriva del nostro Santarelli che era una gran barca rispetto a quella di Cornu. Quella vicenda mi ha lasciato il segno sul modo di fare politica dell'IYRU (poi ISAF, oggi World Sailing), è come per il calcio, le scelte le determinano i soldi, da persone che non hanno a cuore il bene dello sport. Oggi la situazione non è migliorata. Per come la vedo io, la vela rischia di andare via dalle Olimpiadi."

VALERIO GALATI (Giovane velista di derive, monotipi e match race) - "A me questo concept degli ac75 piace perché ingloba vari aspetti della vela. La barca è veloce e sportiva come uno skiff, ha i foil, ma allo stesso tempo è un mezzo di 75 piedi. Il concept della barca con la presenza di tre vele dovrebbe comportare l’esecuzione di vere e proprie manovre e il lavoro da parte dell’intero equipaggio. Essendo un monoscafo si prevede poi un recupero degli schemi più classici del match race soprattutto durante il prestart. Riguardo quest’ultimo punto peró c’è da fare una considerazione. L’AC 75 avrà delle appendici per le alte velocità, si presume quindi strette e sará interessante vedere come reagirà durante le manovre a basse velocità del prestart. Per esempio mi chiedo se sarà possibile innestare una retromarcia dopo il dial up o eseguire delle steal ball.

"Sarà interessante vedere le soluzioni ai nuovi problemi di costruzione. Spero che molte di tali soluzioni verranno studiate adessoda ETNZ e Luna Rossa e scritte nella rule box così da avere barche abbastanza simili per lasciare che i velisti facciano la differenza. La dinamicità della regata dipenderà non tanto dalle velocità massime sul dritto, ma dalla possibilità reale di manovrare in foiling. Enormi sono stati i cambiamenti di impostazione tattica dalla Coppa del 2013 quando i catamarani non bolinavano e non viravano sui foil rispetto a quella del 2017 quando i tempi di voli sono stati vicino al 100% della regata. Sta di fatto che gli AC75 andranno veloci, sono dei monoscafi si e vedremo delle regate diverse da quelle del 2007 e precedenti. Cambieranno i tempi di accelerazione, le misure del "tenersi discosto", gli angoli al vento (soprattutto in poppa). Secondo me vedremo qualche duello di virate in meno, ma molte più strambate alla ricerca delle pressioni.

LUIGI BERTINI (Ufficiale di regata, Umpire e Rule advisor FIV) - Dal punto di vista della spettacolarità niente da dire, sarà ancora più divertente della precedente edizione ma dipenderà moltissimo da formati e percorsi. Mi sembra un buon compromesso per fare tutti contenti, nostalgici e "foilisti". Penso sia difficile un ritorno ai vecchi testa-a-testa dell'epoca Moro di Venezia. La chiglia laterale che sporge sui lati di lasco sarà un limite grossissimo e cambieranno molto le regole per queste regate. Ancora più dipenderà dalla forma della randa e dai sistemi per muovere le chiglie. Vedremo quando il primo scenderà in acqua. Certamente, un concept cosi costoso limiterà moltissimo il numero dei team che presenteranno una sfida. Avessero scelto una cosa più semplice come un TP52 ci sarebbero stati quindici sfidanti invece di sei o sette.

FINE SECONDA PARTE - E voi, che ne pensate? Qual è il vostro parere sulle nuove barche, sul futuro della vela in Coppa America e non solo? Mandateci le vostre riflessioni.

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