Storia | Regata > Vela Oceanica
03/06/2014 - 19:57
Prime critiche
Prime critiche
Cinesi in oceano:
VO65 è tormento!
VO65 è tormento!
Il team cinese (e un po’ francese) della Volvo Ocean Race 2014-15, è impegnato in un duro training in Atlantico del nord. Condizioni dure e test probante per barca e equipaggio. I primi commenti fanno paura: “Il VO65 è stato disegnato per le regate o per tormentare i velisti?” - GUARDA UN VIDEO
Mentre le ragazze veliste di SCA procedono senza intoppi con l’allenamento e la messa a punto del loro VO65 per il giro, e mentre gli olandesi di Team Brunel hanno ricevuto la lieta novella del nuovo sponsor Robeco (firma olandese nel settore del’asset management), arrivano le prime immagini (foto e video) dall’esordio oceanico dei cinesi di Team Dongfeng.
Le condizioni sono piuttosto dure, le previsioni di soli 8 giorni per attraversare l’Atlantico del nord da New York a Lorient, indicano che è in corso un test assai impegnativo, sia per la barca che per l’equipaggio, in maggioranza formato proprio da velisti cinesi.
Questo video arrivato da bordo di Dongfeng è una prima conferma di quanto scriviamo.
VIDEO ONBOARD DONGFENG IN MEZZO ALL’OCEANO ATLANTICO
LE PAROLE DI YILUN LAN
Il commento più desolante sulle condizioni a bordo viene dal media crew member, Yilun Lan (Allan): “Chi ha inventato questa follia? Mi faccio sempre la stessa domanda: questa barca è stata progettata per la regata o per il tormento? Immaginatevi seduti o in piedi su un ottovolante, però intenti a fare il vostro lavoro d'ufficio. O immaginate i ragazzi che lavorano sul ponte, con l'acqua fredda che si riversa su di loro senza sosta. Fa veramente freddo, il vento è freddo, non si può immaginare quanto sia difficile. Non riuscivo a dormire la notte scorsa, la barca si infila ogni volta nell'acqua, poi rimbalza su ogni onda, il rumore dentro è proprio come un tuono arriva da un paio di centimetri dalla tua testa, e ho odiato la mia cuccetta. Ma oggi invece amo la mia cuccetta! Perché questo è l'unico posto confortevole a bordo, dove si può stare fermi anche solo per un secondo. Siamo qui per dimostrare che siamo uomini duri? Eppure siamo solo esseri umani...”
Lo sfogo del reporter di Dongfeng rischia di diventare uno spot al contrario, ma è una voce un po’ fuori dal coro di quante finora hanno sempre parlato bene del nuovo monotipo del giro del mondo, che di fatto è una evoluzione dei prevedenti VO60 e VO70, solo più robusto e affidabile. Insomma, quello che pare più probabile è che il povero Allan, che è un esordiente, fosse davvero solo molto stanco e stressato, al momento di inviare quella nota. Con 45 nodi anche su uno Swan si soffrirebbe. Non vogliamo credere che questi dubbi, questa tendenza a rendere tormentata la presenza a bordo di una macchina da regata intorno al mondo, siano condivisa anche dai velisti.
La prova? Vediamo come la pensa, delle stesse condizioni di questi giorni, lo skipper di Dongfeng, Charles Caudrelier: “Abbiamo avuto difficili condizioni con 45 nodi e mare super mosso, perché siamo nella zona della corrente del Golfo, e il vento va nella direzione opposta alla corrente. Abbiamo navigato con tre mani di terzaroli e il fiocco 2 per tutta la notte, preferendo rallentare per sicurezza e per risolvere alcuni piccoli problemi a bordo. Il timone di sottovento si è alzato e ho perso il controllo della barca con 35 nodi.”
I danni sono stati riparati e Dongfeng secondo l’ultimo report naviga bene con vento sotto ai 20 nodi. Tuttavia le previsioni indicano che nelle prossime 24 ore il vento tornerà ad alzarsi, favorendo comunque la rotta della barca verso Lorient.
Dongfeng ha già messo sotto la sua chiglia 4500 miglia di navigazione oceanica dalla partenza di Sanya in Cina. Queste 2800 atlantiche servono soprattutto per testare il nuovo equipaggio cinese, selezionato tra molti candidati, e composto in gran parte di esordienti.
Ma per Caudrelier la preoccupazione maggiore a bordo sembra essere la comunicazione, vista la babele di lingue dei velisti: cinese, hong-kong, francese, inglese. “E’ un punto chiave, abbiamo tre lingue a bordo, perché alcuni dei cinesi non parlano bene l’inglese ancora. Non è facile, ma questo allenamento atlantico servirà molto anche a questo.”
http://www.dongfengraceteam.cn/
Mentre le ragazze veliste di SCA procedono senza intoppi con l’allenamento e la messa a punto del loro VO65 per il giro, e mentre gli olandesi di Team Brunel hanno ricevuto la lieta novella del nuovo sponsor Robeco (firma olandese nel settore del’asset management), arrivano le prime immagini (foto e video) dall’esordio oceanico dei cinesi di Team Dongfeng.
Le condizioni sono piuttosto dure, le previsioni di soli 8 giorni per attraversare l’Atlantico del nord da New York a Lorient, indicano che è in corso un test assai impegnativo, sia per la barca che per l’equipaggio, in maggioranza formato proprio da velisti cinesi.
Questo video arrivato da bordo di Dongfeng è una prima conferma di quanto scriviamo.
VIDEO ONBOARD DONGFENG IN MEZZO ALL’OCEANO ATLANTICO
LE PAROLE DI YILUN LAN
Il commento più desolante sulle condizioni a bordo viene dal media crew member, Yilun Lan (Allan): “Chi ha inventato questa follia? Mi faccio sempre la stessa domanda: questa barca è stata progettata per la regata o per il tormento? Immaginatevi seduti o in piedi su un ottovolante, però intenti a fare il vostro lavoro d'ufficio. O immaginate i ragazzi che lavorano sul ponte, con l'acqua fredda che si riversa su di loro senza sosta. Fa veramente freddo, il vento è freddo, non si può immaginare quanto sia difficile. Non riuscivo a dormire la notte scorsa, la barca si infila ogni volta nell'acqua, poi rimbalza su ogni onda, il rumore dentro è proprio come un tuono arriva da un paio di centimetri dalla tua testa, e ho odiato la mia cuccetta. Ma oggi invece amo la mia cuccetta! Perché questo è l'unico posto confortevole a bordo, dove si può stare fermi anche solo per un secondo. Siamo qui per dimostrare che siamo uomini duri? Eppure siamo solo esseri umani...”
Lo sfogo del reporter di Dongfeng rischia di diventare uno spot al contrario, ma è una voce un po’ fuori dal coro di quante finora hanno sempre parlato bene del nuovo monotipo del giro del mondo, che di fatto è una evoluzione dei prevedenti VO60 e VO70, solo più robusto e affidabile. Insomma, quello che pare più probabile è che il povero Allan, che è un esordiente, fosse davvero solo molto stanco e stressato, al momento di inviare quella nota. Con 45 nodi anche su uno Swan si soffrirebbe. Non vogliamo credere che questi dubbi, questa tendenza a rendere tormentata la presenza a bordo di una macchina da regata intorno al mondo, siano condivisa anche dai velisti.
La prova? Vediamo come la pensa, delle stesse condizioni di questi giorni, lo skipper di Dongfeng, Charles Caudrelier: “Abbiamo avuto difficili condizioni con 45 nodi e mare super mosso, perché siamo nella zona della corrente del Golfo, e il vento va nella direzione opposta alla corrente. Abbiamo navigato con tre mani di terzaroli e il fiocco 2 per tutta la notte, preferendo rallentare per sicurezza e per risolvere alcuni piccoli problemi a bordo. Il timone di sottovento si è alzato e ho perso il controllo della barca con 35 nodi.”
I danni sono stati riparati e Dongfeng secondo l’ultimo report naviga bene con vento sotto ai 20 nodi. Tuttavia le previsioni indicano che nelle prossime 24 ore il vento tornerà ad alzarsi, favorendo comunque la rotta della barca verso Lorient.
Dongfeng ha già messo sotto la sua chiglia 4500 miglia di navigazione oceanica dalla partenza di Sanya in Cina. Queste 2800 atlantiche servono soprattutto per testare il nuovo equipaggio cinese, selezionato tra molti candidati, e composto in gran parte di esordienti.
Ma per Caudrelier la preoccupazione maggiore a bordo sembra essere la comunicazione, vista la babele di lingue dei velisti: cinese, hong-kong, francese, inglese. “E’ un punto chiave, abbiamo tre lingue a bordo, perché alcuni dei cinesi non parlano bene l’inglese ancora. Non è facile, ma questo allenamento atlantico servirà molto anche a questo.”
http://www.dongfengraceteam.cn/
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