Che traguardo!
Che traguardo!
Catello Russo
100 anni a vela
100 anni a vela
Festa a Napoli per il compleanno centenario di un mito della vela sportiva napoletana e non solo
LA FESTA
Giornata emozionante e carica di significato sabato scorso 19 ottobre 2013 per lo sport della Vela, quello vero fatto solo di passione e di vento. Non i soliti triangoli e bordeggi sui campi di regata, ma una navigazione tra ricordi e testimonianze che hanno dimostrato ancora una volta quanto sia importante per tutte le generazioni, passate, presenti e future, non dimenticare la storia: un percorso che altri hanno fatto per consegnarci un patrimonio di valori troppo spesso trascurato.
Nella sala del Consiglio Comunale di Castellammare di Stabia per un giorno lo sport della Vela ha preso il posto del tran-tran politico e numerosi amici ed estimatori, con l’entusiasmo e la commozione della gente semplice, si sono riuniti per festeggiare i cento anni di Catello Russo, pluri campione della vela stabiese degli anni Cinquanta e Sessanta.
Tramite il sindaco Nicola Cuomo e gli assessori Giuseppina Amato e Nicola Corrado, che hanno partecipato tutta la cerimonia, la città ha incontrato il suo campione.
In apertura, dopo avere ascoltato una breve nota biografica di Catello Russo, è intervenuto il presidente della V Zona Francesco Lo Schiavo che ha dato lettura dei toccanti messaggi che il presidente nazionale della Federazione Italiana Vela Carlo Croce e il presidente onorario della stessa federazione, Carlo Rolandi hanno indirizzato per la circostanza a Catello Russo mettendone in risalto la figura di atleta, di istruttore e di giudice federale, un esempio per intere generazioni.
L’ammiraglio Franco Paoli, presidente nazionale della Lega Navale Italiana, con gli auguri ha manifestato al festeggiato il ringraziamento per la dedizione dimostrata all’associazione nei lunghi anni di socio.
Altre significative testimonianze scritte sono arrivate dal Comando della Capitaneria di Porto, da timonieri che sono stati avversari di Catello in regate nazionali e internazionali e perfino dal Nord Italia da proprietari di barche costruite dal Cantiere Russo.
Si è passati quindi agli interventi in diretta in sala, testimonianze appassionate, spontanee e genuine, di chi ha vissuto personalmente l’epopea della vela stabiese.
Gaetano Di Capua, allievo dei Corsi Olimpia del 1960, ha ricordato il Circolo Velico Stabia e tutti i suoi indimenticati campioni, tutti usciti dalla scuola di Catello Russo e tutti membri dei suoi equipaggi su i suoi Lightning “Vincenzina”: Alfonso Montuori (3 titoli italiani Classe Dinghy 12’), Raffaele Lello Polito (2 titoli italiani assoluti e 2 titoli italiani juniores classe Dinghy 12’), Giulio Di Stefano (Medaglia di bronzo Olimpiade 1960 Classe Dragone), Beppe Boccia (campione italiano juniores classe Dinghy), Pasquale De Maria, Alfonso Condoleo, Ciccio Boccia, Alfonso Castellano, Vincenzo Festino….e i nipoti Aldo e Pasquale Russo.
Adriana Castellano, figlia di Alfonso a manovra sul Lightning “Vincenzina”, che ha seguito per anni le regate del padre, ha sottolineato con commozione la figura di Catello Russo. L’allievo Mario Arianna ha dedicato al festeggiato una divertente poesia in dialetto stabiese.
Innumerevoli gli amici dei circoli velici napoletani venuti da Napoli a testimoniare la stima e l’affetto verso un simbolo di tutta la vela campana.
In un’epoca in cui il mondo corre e sembra non avere più tempo per i sentimenti e per i valori semplici e puri degli anni passati, la Vela italiana e Catello Russo hanno avuto un’indimenticabile giornata tutta per loro. (Penna bianca)
IL PROFILO
Nella storia gloriosa della Vela napoletana, e più precisamente in quella stabiese, c’è un timoniere, più unico che raro, che l’11 ottobre 2013 ha compiuto cento anni girando così la boa più importante della sua lunga vita di uomo e di sportivo.
È Catello Russo, classe 1913, un personaggio che non può essere dimenticato e che dove essere indicato ai giovani di oggi e alle future generazioni quale esempio di vita per la tenacia e la passione con le quali ha raggiunto traguardi che ai nostri giorni possono tranquillamente essere considerati irraggiungibili.
Figlio di Pasquale Russo, titolare di un cantiere navale che sorgeva agli inizi del ‘900 alla periferia di Castellammare, quasi di fronte allo scoglio di Rovigliano, Catello cresce respirando acqua salata e segatura e impara presto ad andare in barca, a remi e a vela latina, sulle imbarcazioni di famiglia, tutte rigorosamente con i nomi delle donne di casa: “Colomba” e “Vincenzina”, rispettivamente nonna e mamma di Catello.
Pratica lo sport della vela negli anni Venti del ‘900, prima nelle tipiche sfide locali che si fanno in ogni festività e poi anche a Napoli e si mette subito in evidenza vincendo molte regate e nel 1927 il titolo di campione campano.
Nel 1939 a causa della guerra sospende ogni attività velica e parte da militare per l’Africa settentrionale. Ferito a una gamba è fatto prigioniero a Tobruk. La ferita si aggrava e dopo essere stato trasferito in un ospedale da campo ad Alessandria d’Egitto, rimpatria nel 1943. Risultati vani tutti i tentativi fatti in vari ospedali e cliniche del paese nel 1950 gli viene amputata la gamba perché atrofizzata.
Essere mutilato di guerra non vuol dire per Catello la rinunzia a vivere una vita normale, anzi al contrario, le conquiste sul piano personale e sportivo non conosceranno limitazioni di sorta.
Impiegato presso l’ufficio tecnico del Comune, si sposa, mette su famiglia, e nascono Cinzia e Pasquale, quest’ultimo in gioventù discreto velista. Nel 1951 riprende l’attività velica partecipando a regate zonali, nazionali e internazionali, in Italia e all’Estero. L’imbarcazione scelta da Catello è il Lightning, classe internazionale riconosciuta dall’IYRU e affermata in tutto il mondo. Con i suoi Lightning, tutti chiamati “Vincenzina” vincerà tante regate, due titoli italiani e un titolo europeo. Risultati importanti che diventano eccezionali ed irripetibili se si considera che sono ottenuti con barche auto costruite e vele confezionate da se.
Oltre l’attività agonistica Catello Russo è stato istruttore e Giudice federale di livello nazionale. Anche in questa attività ha dato il meglio di se contribuendo alla formazione d’intere generazioni di velisti.
Per meriti sportivi gli è stata assegnata la Medaglia d’Argento del CONI, il premio “E’ vela a Napoli”e la nomina di Cavaliere della Repubblica da parte del Capo dello Stato.
Chiudiamo queste brevi note riportando la motivazione con la quale il 13 marzo del 1990 al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare gli è stato conferito dall’allora presidente della V Zona Pippo Dalla Vecchia il premio “E’ vela a Napoli”:
“Molti di Voi conoscono Catello Russo come istruttore di Vela, sempre premuroso e presente quando bisogna insegnare ai giovani ed ai giovanissimi la difficile arte del navigare a vela.
Quelli non più giovani come me ne ricordano invece le strepitose gesta sportive a bordo del suo leggendario lightning “Vincenzina” - costruito ed armato in casa, cosa oggi addirittura impensabile - quando sfidava e batteva i più forti timonieri della classe, non solo italiani ma europei. Castellammare di Stabia ha avuto dei grandi campioni e Catello Russo è tra costoro. Il premio “E’ VELA A NAPOLI” gli viene assegnato per la sua lunga carriera di regatante, di maestro, di uomo”.
Sabato 19 ottobre 2013, alle ore 12, nella Sala del Consiglio Comunale di Castellammare di Stabia, le Autorità cittadine, la Federazione Italiana Vela, i consoci e gli amici del Circolo Velico e della Lega Navale Italiana, festeggeranno insieme a Lui l’ambito traguardo. (Paolo Rastrelli)
LA FESTA
Giornata emozionante e carica di significato sabato scorso 19 ottobre 2013 per lo sport della Vela, quello vero fatto solo di passione e di vento. Non i soliti triangoli e bordeggi sui campi di regata, ma una navigazione tra ricordi e testimonianze che hanno dimostrato ancora una volta quanto sia importante per tutte le generazioni, passate, presenti e future, non dimenticare la storia: un percorso che altri hanno fatto per consegnarci un patrimonio di valori troppo spesso trascurato.
Nella sala del Consiglio Comunale di Castellammare di Stabia per un giorno lo sport della Vela ha preso il posto del tran-tran politico e numerosi amici ed estimatori, con l’entusiasmo e la commozione della gente semplice, si sono riuniti per festeggiare i cento anni di Catello Russo, pluri campione della vela stabiese degli anni Cinquanta e Sessanta.
Tramite il sindaco Nicola Cuomo e gli assessori Giuseppina Amato e Nicola Corrado, che hanno partecipato tutta la cerimonia, la città ha incontrato il suo campione.
In apertura, dopo avere ascoltato una breve nota biografica di Catello Russo, è intervenuto il presidente della V Zona Francesco Lo Schiavo che ha dato lettura dei toccanti messaggi che il presidente nazionale della Federazione Italiana Vela Carlo Croce e il presidente onorario della stessa federazione, Carlo Rolandi hanno indirizzato per la circostanza a Catello Russo mettendone in risalto la figura di atleta, di istruttore e di giudice federale, un esempio per intere generazioni.
L’ammiraglio Franco Paoli, presidente nazionale della Lega Navale Italiana, con gli auguri ha manifestato al festeggiato il ringraziamento per la dedizione dimostrata all’associazione nei lunghi anni di socio.
Altre significative testimonianze scritte sono arrivate dal Comando della Capitaneria di Porto, da timonieri che sono stati avversari di Catello in regate nazionali e internazionali e perfino dal Nord Italia da proprietari di barche costruite dal Cantiere Russo.
Si è passati quindi agli interventi in diretta in sala, testimonianze appassionate, spontanee e genuine, di chi ha vissuto personalmente l’epopea della vela stabiese.
Gaetano Di Capua, allievo dei Corsi Olimpia del 1960, ha ricordato il Circolo Velico Stabia e tutti i suoi indimenticati campioni, tutti usciti dalla scuola di Catello Russo e tutti membri dei suoi equipaggi su i suoi Lightning “Vincenzina”: Alfonso Montuori (3 titoli italiani Classe Dinghy 12’), Raffaele Lello Polito (2 titoli italiani assoluti e 2 titoli italiani juniores classe Dinghy 12’), Giulio Di Stefano (Medaglia di bronzo Olimpiade 1960 Classe Dragone), Beppe Boccia (campione italiano juniores classe Dinghy), Pasquale De Maria, Alfonso Condoleo, Ciccio Boccia, Alfonso Castellano, Vincenzo Festino….e i nipoti Aldo e Pasquale Russo.
Adriana Castellano, figlia di Alfonso a manovra sul Lightning “Vincenzina”, che ha seguito per anni le regate del padre, ha sottolineato con commozione la figura di Catello Russo. L’allievo Mario Arianna ha dedicato al festeggiato una divertente poesia in dialetto stabiese.
Innumerevoli gli amici dei circoli velici napoletani venuti da Napoli a testimoniare la stima e l’affetto verso un simbolo di tutta la vela campana.
In un’epoca in cui il mondo corre e sembra non avere più tempo per i sentimenti e per i valori semplici e puri degli anni passati, la Vela italiana e Catello Russo hanno avuto un’indimenticabile giornata tutta per loro. (Penna bianca)
IL PROFILO
Nella storia gloriosa della Vela napoletana, e più precisamente in quella stabiese, c’è un timoniere, più unico che raro, che l’11 ottobre 2013 ha compiuto cento anni girando così la boa più importante della sua lunga vita di uomo e di sportivo.
È Catello Russo, classe 1913, un personaggio che non può essere dimenticato e che dove essere indicato ai giovani di oggi e alle future generazioni quale esempio di vita per la tenacia e la passione con le quali ha raggiunto traguardi che ai nostri giorni possono tranquillamente essere considerati irraggiungibili.
Figlio di Pasquale Russo, titolare di un cantiere navale che sorgeva agli inizi del ‘900 alla periferia di Castellammare, quasi di fronte allo scoglio di Rovigliano, Catello cresce respirando acqua salata e segatura e impara presto ad andare in barca, a remi e a vela latina, sulle imbarcazioni di famiglia, tutte rigorosamente con i nomi delle donne di casa: “Colomba” e “Vincenzina”, rispettivamente nonna e mamma di Catello.
Pratica lo sport della vela negli anni Venti del ‘900, prima nelle tipiche sfide locali che si fanno in ogni festività e poi anche a Napoli e si mette subito in evidenza vincendo molte regate e nel 1927 il titolo di campione campano.
Nel 1939 a causa della guerra sospende ogni attività velica e parte da militare per l’Africa settentrionale. Ferito a una gamba è fatto prigioniero a Tobruk. La ferita si aggrava e dopo essere stato trasferito in un ospedale da campo ad Alessandria d’Egitto, rimpatria nel 1943. Risultati vani tutti i tentativi fatti in vari ospedali e cliniche del paese nel 1950 gli viene amputata la gamba perché atrofizzata.
Essere mutilato di guerra non vuol dire per Catello la rinunzia a vivere una vita normale, anzi al contrario, le conquiste sul piano personale e sportivo non conosceranno limitazioni di sorta.
Impiegato presso l’ufficio tecnico del Comune, si sposa, mette su famiglia, e nascono Cinzia e Pasquale, quest’ultimo in gioventù discreto velista. Nel 1951 riprende l’attività velica partecipando a regate zonali, nazionali e internazionali, in Italia e all’Estero. L’imbarcazione scelta da Catello è il Lightning, classe internazionale riconosciuta dall’IYRU e affermata in tutto il mondo. Con i suoi Lightning, tutti chiamati “Vincenzina” vincerà tante regate, due titoli italiani e un titolo europeo. Risultati importanti che diventano eccezionali ed irripetibili se si considera che sono ottenuti con barche auto costruite e vele confezionate da se.
Oltre l’attività agonistica Catello Russo è stato istruttore e Giudice federale di livello nazionale. Anche in questa attività ha dato il meglio di se contribuendo alla formazione d’intere generazioni di velisti.
Per meriti sportivi gli è stata assegnata la Medaglia d’Argento del CONI, il premio “E’ vela a Napoli”e la nomina di Cavaliere della Repubblica da parte del Capo dello Stato.
Chiudiamo queste brevi note riportando la motivazione con la quale il 13 marzo del 1990 al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare gli è stato conferito dall’allora presidente della V Zona Pippo Dalla Vecchia il premio “E’ vela a Napoli”:
“Molti di Voi conoscono Catello Russo come istruttore di Vela, sempre premuroso e presente quando bisogna insegnare ai giovani ed ai giovanissimi la difficile arte del navigare a vela.
Quelli non più giovani come me ne ricordano invece le strepitose gesta sportive a bordo del suo leggendario lightning “Vincenzina” - costruito ed armato in casa, cosa oggi addirittura impensabile - quando sfidava e batteva i più forti timonieri della classe, non solo italiani ma europei. Castellammare di Stabia ha avuto dei grandi campioni e Catello Russo è tra costoro. Il premio “E’ VELA A NAPOLI” gli viene assegnato per la sua lunga carriera di regatante, di maestro, di uomo”.
Sabato 19 ottobre 2013, alle ore 12, nella Sala del Consiglio Comunale di Castellammare di Stabia, le Autorità cittadine, la Federazione Italiana Vela, i consoci e gli amici del Circolo Velico e della Lega Navale Italiana, festeggeranno insieme a Lui l’ambito traguardo. (Paolo Rastrelli)
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