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26/03/2016 - 19:55
Presidente IKA
Caso-Kite, parla Mirco Babini
Cosa c'è dietro alla guerra World Sailing-IFKO? Abbiamo sentito il presidente IKA, l'italiano Mirco Babini, per fare il punto su una situazione delicata
di Fabio Colivicchi
La decisione della World Sailing di “proibire” due eventi di Kiteboarding ha scosso il mondo della vela e di questa specialità. E’ la prima volta che un provvedimento del genere viene preso dalla Federazione internazionale, e questo la dice lunga. Ma è anche una decisione che si spera serva a rimettere ordine nell’ambiente: infatti essa prende di mira il comportamento di una associazione da poco creata - la IFKO - completamente fuori dai canoni delle istituzioni internazionali.
Sulla materia incandescente e sui possibili sviluppi, Saily.it ha sentito Mirco Babini, presidente dell’IKA, che è l’associazione di classe internazionale del Kite, riconosciuta da World Sailing.
Mirco, prima di tutto facciamo il punto: come si è arrivati alla decisione di WS?
"Lo "statement" da parte di World Sailing è riferito a due eventi promossi in Francia, “millantando", da parte della neonata e "poco chiara" IFKO (la autonominata federazione internazionale del kite) che conta tra l'altro fra i suoi "dirigenti" un paio di ex membri della IKA francesi e portoghesi, e nonostante i diversi avvisi da parte di World Sailing e la assoluta non autorizzazione a utilizzare i diritti a promuovere, organizzare eventi con titoli mondiali, prerogativa sola della federvela mondiale membra di sport accord e riconosciuta dal CIO. La IFKO invece ha promosso e organizzato senza scrupolo come si vede dal loro sito due eventi, senza pensare al danno notevole alla comunità creando un caos davvero “mondiale"…
Quali sono questi eventi?
E’ stato promosso un "Campionato Mondiale Juniores" e poi successivamente un "Campionato del Mondo Kiteboard Foil”. Inevitabilmente la World Sailing ha impugnato la cosa, definendo entrambi gli eventi come “Proibiti” in quanto solamente WS ha il diritto ai titoli mondiali dello sport del kiteboarding e di conseguenza la Classe IKA per le discipline che rappresenta.
E adesso cosa può accadere, ad esempio a chi partecipasse a questi eventi?
Vista la decisione della federazione internazionale di elencare gli eventi sulla lista di quelli proibiti, chi dovesse partecipare rischia l'applicazione del "eligibility code" sotto la "regulation 19"; con la possibile conseguenza a non poter partecipare agli eventi regolari.
Secondo te ci possono essere contraccolpi all’attività e alla percezione del Kiteboarding a livello mondiale?
Speriamo di no. Ma è inaccettabile il comportamento di questo gruppo senza alcun riconoscimento e la questione ha raggiunto alti livelli. Ovvia la preoccupazione di WS, e ovviamente della Classe IKA che in tutti questi anni ha lavorato duramente per avere il kiteboarding anche sotto lo status Olimpico e collaborato assiduamente per sviluppare le regole e format per ogni disciplina del kitebord. Per lo sport a livello globale, sarebbe un peccato perdere tutto ciò a causa di un gruppo di persone che senza alcuno scrupolo stanno facendo un danno enorme.
Come sono invece i rapporti della classe IKA con World Sailing?
La Classe supporta la decisione di World Sailing, abbiamo sempre seguito le regole e ci teniamo a mantenere un rapporto chiaro e trasparente per il beneficio dello sport e dei giovani del futuro. Rappresentiamo una disciplina nuova ma con un enorme potenziale ed è ovvio che prima o poi ci sarebbero stati degli attacchi, ora l'obbiettivo è restare uniti e far prevalere la ragione e la sportività. Tra l'altro il kiteboarding giovanile inzierà a breve la attività in vista degli YOG (le Olimpiadi Giovanili, ndr) previsti a Buenos Aires nel 2018, manca poco e dobbiamo aver soprattutto stabilità. Essendo una situazione veramente paradossale mi auguro che si possa risolvere senza conseguenze per i giovani. Anche il segretario della classe nazionale Miki Cerquetti e' molto preoccupato, soprattutto in vista delle attività giovanili. Sono situazioni imbarazzanti che vanno seguite in maniera forte. Purtroppo ci stiamo abituando ad un mondo pieno di conflitti che non fanno bene allo sport.
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