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05/02/2018 - 10:12

Barche, barche, barche! Su quale vorreste navigare questa estate?

Le Barche Europee del 2018

Vi presentiamo nel dettaglio le barche che al BOOT di Dusseldorf sono state nominate European Yacht of the Year 2018. Vincono il Sun Odyssey 440 di Jeanneau (Family Cruiser), il ClubSwan 50 di Nautor (Performance Cruiser), l'Amel 50 (Luxury Cruiser), il trimarano Neel 51 (Multiscafi), e il Figaro 3 di Beneteau (Special Yachts). Anche barche italiane tra le finaliste. GUARDA 5 VIDEO DELLE BARCHE VINCITRICI. Intanto il mercato si conferma in ripresa

 

di Christophe Julliand

 

Il Boot di Dusseldorf, il più grande salone nautico d'Europa, ha chiuso i battenti la settimana scorsa confermando segnali concreti di ripresa del mercato globale. Come da tradizione in apertura del salone, dove erano esposte molte delle finaliste, sono state premiate le barche vincitrici dell'European Yacht of the Year 2018, concorso giunto quest'anno alla quindicesima edizione. Cinque le categorie definite dalla giuria composta dai tester di diverse riviste specializzate (Vela e Motore per l'Itala): 1) Family Cruiser, 2) Performance Cruiser, 3) Luxury Cruiser, 4) Multiscafi e 5) Special Yachts. 

1) Nella categoria dei Family Cruiser vince il Sun Odyssey 440. Il cantiere francese Jeanneau la spunta su altri due giganti della costruzione da diporto: il connazionale Bénéteau e il suo Océanis 51.1 e il tedesco Hanse con il 544 premiato oltre atlantico. E' l'aspetto innovativo del progetto del nuovo Jeanneau che sembra aver convinto la giuria: in effetti il capostipite della nuova generazione Sun Odyssey presenta un look decisamente moderno in tutti gli aspetti e delle soluzioni inedite per la personalizzazione degli interni.

 

2) Premio all'innovazione anche nel gruppo Performance Cruiser. Tra i tre finalisti c'era pure il nuovissimo Grand Soleil 34 progettato da Skyron Design per il Cantiere Del Pardo ma è il ClubSwan 50 (Progetto Juan Kouyoumdjian per Nautor) che ha avuto la meglio. Premiato anch'esso in America, il nuovo monotipo sportivo della Nautor ha sedotto armatori in tutto il mondo con un circuito di regata oltre Atlantico, in Asia e in Mediterraneo.

Qui un video a 360 gradi realizzato dallo studio Borlenghi, a bordo di Early Bird durante la Rolex Swan Cup Caribbean 2017.

 

3) Anche tra le nominate della categoria Luxury Cruiser si trovava un modello italiano (l'Ice 60, progetto di Umberto Felci per il giovane brand italiano) ma ha vinto l'Amel 50 davanti a un altro concorrente di prestigio, l'Hallberg Rassy 44. Il nuovo 50 piedi del cantiere di La Rochelle conserva i segni distintivi (pozzetto centrale riparato da un parabrezza rigido), la filosofia (da crociera pura) e le priorità del marchio (comfort in navigazione, semplicità e automatizzazione delle manovre per un equipaggio ridotto).

Facciamo un giro virtuale a bordo qui

 

4) La classe dei Multiscafi è l'unica che non abbia premiato un grande nome, ma piuttosto un emergente della cantieristica europea: il Neel 51 batte sia Saona 47 di Fountaine Pajot (premiato negli Stati Uniti da Sail Magazine), sia il Leopard 45 prodotto dallo specialista sud africano del catamarano da crociera. Se il nome Neel non è ancora famoso quanto quello dei concorrenti citati, il marchio fondato da Eric Bruneel a La Rochelle si è creato la sua notorietà proponendo (ed è un caso quasi unico sul mercato) una gamma di trimarani da crociera in un segmento, quello dei pluriscafi, stra dominato dai catamarani sopra i 40 piedi o dai piccoli trimarani a scafi pieghevoli di meno di dieci metri. http://www.neel-trimarans.com/modele_bateau/neel-51/

 

5) L'eteroclita categoria intitolata Special Yacht ha visto premiato il Figaro 3 del cantiere Bénéteau (contro il TF 10 un trimarano di 10 metri a foil firmato Morelli & Melvin e il Flaar 37 uno sportboat costruito in Ungheria). Il nuovo monotipo dei solitari progettato dallo studio VPLP è barca dell'anno 2018 ma prenderà le sue funzioni del 2019. Intanto ha già fatto molto parlare di sé in particolare per la presenza dei foil laterali, principale innovazione del progetto. Interessante a proposito, le precisazioni e il punto di vista del progettista Vincent Lauriot-Prevost che vede l'adozione delle derive esterne a forma di baffi come un'alternativa più efficiente ai water ballast (introdotti sul primo Figaro, sistema quello dei ballast ripreso e ottimizzato su una carena più larga e potente con il Figaro 2.

Un'evoluzione maggiore più che una rivoluzione. Il Figaro 3 è sì dotato di foil ma non per questo sarà una barca volante, l'uso delle nuove derive – conclude Van Peteghem - sarà l'equivalente di un vero e proprio turbo che gli skipper dovranno imparare a usare. http://www.voilesetvoiliers.com/course-regate/du-bon-usage-des-foils/

Altro pezzo interessante, sempre a proposito di Figaro 3: il sito SeaSailSurf svela che più di dieci anni fa Jean-Marie Finot aveva studiato l'uso di foil laterali per produrre lift e radrizzamento su un monoscafo a chiglia. http://seasailsurf.com/9957-10-ans-avant-le-Figaro-Beneteau-3-Jean-Marie...

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