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19/11/2013 - 14:32

Tempeste & Progetti

Appello per Mediterranea!

Simone Perotti lancia un appello: il fortunale a San Benedetto del Tronto ha seriamente danneggiato Mediterranea, il ketch sul quale si prepara l’omonimo progetto, con un giro del Mediterraneo per sensibilizzare sulla sua importanza, sulla cultura, l’ambiente. La barca ha rischiato di affondare. Ora necessita di lavori urgenti. Ai quali tutti gli appassionati possono contribuire
 
“Mediterranea ha rotto gli ormeggi, pur se raddoppiati, è andata alla deriva sul molo a riva, ha sbattuto prua e murata di dritta. Poi, nuovamente ormeggiata, nonostante le 16 linee che avevamo messo per tenerla a terra, ha strappato cime su cime per tutta la notte...” Questa è una delle frasi shock del racconto di Simone Perotti, velista e scrittore, autore di libri di culto come “Adesso basta”, e animatore del Progetto Mediterranea, un giro del nostro grande mare alla scoperta di genti e culture, per raccontare, favorire l’integrazione, sensibilizzare anche scientificamente a temi come l’ambiente. Tutto con una piccola barca a vela.

Oggi questo progetto è a rischio, perché il fortunale che ha colpito qualche giorno fa le Marche e in particolare il porto di San Benedetto del Tronto, ha seriamente danneggiato la barca. Saily.it e Repubblica.it, con i loro lettori appassionati di vela e di mare, solidarizzano con Simone Perotti e con il Progetto Mediterranea di cui sono amici sin dalla sua gestazione. Invitiamo i nostri lettori a rispondere all’appello di Mediterranea.

 
L’APPELLO DI SIMONE PEROTTI PER MEDITERRANEA
Questa è una chiamata generale di soccorso: Mediterranea è sfuggita per miracolo a una tragedia. Un fortunale l’ha strappata dall’ormeggio nel Porto di San Benedetto del Tronto e c’è voluto il lavoro di marittimi presenti e nostro, che siamo corsi, per salvarla.
Non è affondata, grazie al cielo, come altre barche accanto a lei, ma ha riportato danni ingenti. L’intero Progetto Mediterranea è a rischio.
Se sei nostro amico, se ami il mare, se ci stai seguendo, se sei venuto a bordo con noi almeno una volta, se avevi intenzione di farlo, o se anche hai a cuore il nostro progetto culturale e scientifico e vuoi solo attivarti per aiutare chi è in difficoltà... AIUTACI.
Anche con una piccola donazione. I nomi di chi donerà verranno messi a imperitura memoria qui, sul sito ufficiale della spedizione.

Ecco gli estremi per la donazione:
conto presso Banca Popolare Etica BPE, viale Masini 24/c Bologna, intestato a:
SPRAY SRL - IBAN: IT20O0501802400000000165303  BIC: CCRTIT2T84A

Causale: "erogazione liberale per danni"

IMPORTANTE: scrivete QUESTA CAUSALE, riportata nella riga precedente, perché altrimenti la donazione è soggetta a IVA.

Grazie a tutti voi della vostra vicinanza e del vostro supporto. Speriamo di poter salvare il Progetto di rivederla presto navigare com'era (e come si vede nella foto in questa pagina).
 
IL RACCONTO DELLA BURRASCA CHE HA RISCHIATO DI AFFONDARE MEDITERRANEA
Fortunalea San Benedetto del Tronto. Capitaneria e giornali parlano di Forza 11. Noi che eravamo lì non lo sappiamo, non abbiamo a bordo gli strumenti per misurare il vento, ma importa poco. Vento da est-nordest violento, certamente, mare di tre/cinque metri che entrava dall'imboccatura del porto. Un inferno. I pescatori di ottant'anni ci dicevano: "mai visto nulla di simile".

Mediterraneaha rotto gli ormeggi, pur se raddoppiati, è andata alla deriva sul molo a riva, ha sbattuto prua e murata di dritta. Poi, nuovamente ormeggiata, nonostante le 16 linee che avevamo messo per tenerla a terra, ha strappato cime su cime per tutta la notte...

Alle 6.30 il vento è calato, quasi 24 ore dopo l'inizio del fortunale. Intorno, distruzione e desolazione dovunque. 6 barche affondate, decine di barche con falle da un metro nell'opera morta, barche disalberate... Una scena raccapricciante.

MaMediterranea è salva. Ha subito danni pesanti, ma è ancora in grado di navigare. Per poco, per un pelo, per un’inezia, poteva non esserci più, poteva finire sul fondo limaccioso del porto, dove sarebbe stata sostanzialmente irrecuperabile. "Le barche si perdono a terra", come scrive il marinaio-scrittore Arturo Perez-Reverte. Ed a terra, su un molo, noi abbiamo rischiato di perderla. Una barca che affonda muore, a meno di spendere più soldi di quelli che servirebbero per comprarne un’altra, o per decidere di smettere di navigare. E proprio questo ho pensato l’altra sera: “se affonda smetto”. 

Non so perché l'ho pensato, non so quanto fosse il risultato della pena, della tensione, della paura. Ero sul treno, ingabbiato, recluso, impossibilitato ad agire, stavo “accorrendo” a salvare la barca seduto in uno scompartimento su un vagone lento, che per il nubifragio spesso si fermava e restava immobile per minuti… Non auguro a nessuno di “accorrere” in treno, mai, in qualunque luogo. E mi ricordo che ho pensato: “se va giù smetto”.

 Ma Mediterranea non è andata giù. Merito suo, cioè del grande Michel Bigoin che l’ha disegnata e insieme al CNSO (il mitico Cantiere Nautico del Sud Ovest) costruita dura, solida, lottatrice. Merito delle sue gallocce invincibili, della sua prua da incrociatore, delle sue murate dure ed elastiche, della sua ossatura da gigante, della sua solidità strutturale complessiva.

Merito anche dei pescatori e marittimi Otello, Nazareno, Franco e Gigi che l’hanno recuperata a forza quando ha rotto le 4 cime d’ormeggio e andava alla deriva nel porto, sbattendo forte contro il molo a riva. Merito di Marco e mio che l’abbiamo raggiunta il prima possibile, imbrigliata in 16 cime d’ormeggio, protetta con i copertoni di camion quando tutti i parabordi sono esplosi e la furia del mare salito la depositava sulla banchina. Merito… se ha senso parlare di meriti, come di colpe, quando la natura vuole dimostrarti chi è il più forte sul pianeta Terra.

I danni sono ingenti. Una lista lunga come un foglio A4 di cose rotte, irrecuperabili, aggiustabili, divelte. Tanti lavori, un bel problema per noi. L'assicurazione non ce li risarcirà. Forse dovremo fare ricorso a una grande colletta per salvarci, per non far morire il sogno di Mediterranea. Ma noi, certamente, proseguiamo, andiamo avanti. Come se la burrasca fosse ancora forte. Mediterranea c'è ancora, questo conta. Non era ieri il suo momento. Non ancora….

Simone

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