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25/07/2014 - 21:33
Barche e messaggi
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Amnesty veleggia
a Lampedusa
a Lampedusa
La "veleggiata per i diritti umani", organizzata in collaborazione con la Lega navale italiana - sezione di Lampedusa e Linosa, rientra nell'ambito della campagna "Sos Europa: prima le persone, poi le frontiere" di Amnesty International
Venerdì 25 luglio, con la prima "veleggiata per i diritti umani", le attiviste e gli attivisti che stanno partecipando al campo per i diritti umani di Amnesty International Italia a Lampedusa hanno chiesto ai leader dell'Unione europea (Ue) di rispettare i diritti di migranti, rifugiati e richiedenti asilo e fermare le sempre più numerose morti in mare.
Nelle acque di fronte al molo di Cala Pisana, con una serie di attività educative sui diritti dei migranti e dei rifugiati rivolte a bambine e bambini della scuola di vela della Lega navale italiana - sezione di Lampedusa e Linosa e proseguirà con una mobilitazione in mare e in spiaggia che coinvolgerà gli attivisti in un confronto simbolico con i leader europei per chiedere che le persone vengano prima delle frontiere.
Derive, tavole a vela e catamarani su un percorso a bastone tra due boe. I cabinati invece una veleggiata costiera con boa di disimpegno antistante Cala Pisana con ritorno a Cala Pisana. Quindi le premiazioni dei vincitori di ciascuna categoria.
Nel corso della giornata, sono state raccolte firme per l'appello che chiede ai leader europei il rispetto dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati. Coinvolti anche bambine e bambini, che hanno scritto il loro messaggio su una vela e lo hanno firmato con le impronte delle mani.
Con questa mobilitazione, Amnesty International Italia vuole mandare un messaggio forte e chiaro: non si può più restare in silenzio di fronte alla continua perdita di vite umane in mare nella totale indifferenza degli stati membri dell'Ue.
Negli ultimi mesi, Amnesty International ha ripetutamente chiesto ai governi dell'Ue di rafforzare le attività di ricerca e soccorso nel mar Mediterraneo. Mentre lo sforzo intrapreso dall'Italia con l'operazione "Mare nostrum" va apprezzato, è chiaro che rafforzare le attività di ricerca e soccorso in mare può essere fatto efficacemente solo attraverso un'azione congiunta cui tutti gli stati membri dell'Ue devono contribuire.
Le politiche e le prassi dell'Ue su immigrazione e asilo hanno avuto l'effetto di spingere le persone a intraprendere viaggi sempre più rischiosi. L'Europa e i suoi stati membri devono agire insieme per garantire ai rifugiati e richiedenti asilo canali sicuri e legali di accesso nell'Ue, aumentare il numero dei posti messi a disposizione per l'accoglienza degli stessi e assicurare protezione internazionale a chi, scappando da guerra e povertà, cerca di raggiunge le frontiere dell'Ue.
Venerdì 25 luglio, con la prima "veleggiata per i diritti umani", le attiviste e gli attivisti che stanno partecipando al campo per i diritti umani di Amnesty International Italia a Lampedusa hanno chiesto ai leader dell'Unione europea (Ue) di rispettare i diritti di migranti, rifugiati e richiedenti asilo e fermare le sempre più numerose morti in mare.
Nelle acque di fronte al molo di Cala Pisana, con una serie di attività educative sui diritti dei migranti e dei rifugiati rivolte a bambine e bambini della scuola di vela della Lega navale italiana - sezione di Lampedusa e Linosa e proseguirà con una mobilitazione in mare e in spiaggia che coinvolgerà gli attivisti in un confronto simbolico con i leader europei per chiedere che le persone vengano prima delle frontiere.
Derive, tavole a vela e catamarani su un percorso a bastone tra due boe. I cabinati invece una veleggiata costiera con boa di disimpegno antistante Cala Pisana con ritorno a Cala Pisana. Quindi le premiazioni dei vincitori di ciascuna categoria.
Nel corso della giornata, sono state raccolte firme per l'appello che chiede ai leader europei il rispetto dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati. Coinvolti anche bambine e bambini, che hanno scritto il loro messaggio su una vela e lo hanno firmato con le impronte delle mani.
Con questa mobilitazione, Amnesty International Italia vuole mandare un messaggio forte e chiaro: non si può più restare in silenzio di fronte alla continua perdita di vite umane in mare nella totale indifferenza degli stati membri dell'Ue.
Negli ultimi mesi, Amnesty International ha ripetutamente chiesto ai governi dell'Ue di rafforzare le attività di ricerca e soccorso nel mar Mediterraneo. Mentre lo sforzo intrapreso dall'Italia con l'operazione "Mare nostrum" va apprezzato, è chiaro che rafforzare le attività di ricerca e soccorso in mare può essere fatto efficacemente solo attraverso un'azione congiunta cui tutti gli stati membri dell'Ue devono contribuire.
Le politiche e le prassi dell'Ue su immigrazione e asilo hanno avuto l'effetto di spingere le persone a intraprendere viaggi sempre più rischiosi. L'Europa e i suoi stati membri devono agire insieme per garantire ai rifugiati e richiedenti asilo canali sicuri e legali di accesso nell'Ue, aumentare il numero dei posti messi a disposizione per l'accoglienza degli stessi e assicurare protezione internazionale a chi, scappando da guerra e povertà, cerca di raggiunge le frontiere dell'Ue.
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