Storia | Regata > Vela Oceanica
28/10/2014 - 21:41
Navigatori italiani da copertina
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Aiuto, mi si è
allargata la barca!
allargata la barca!
La Route du Rhum, una delle grandi e storiche regate transatlantiche. Al via del 2 novembre, ormai prossimo, anche tre italiani al via. Tra questi Giancarlo Pedote, sul Class 40 Fantastica, nella classe più numerosa (flotta record di 43 iscritti). Come si navuga sul Class 40, differenze e analogie con il Mini 650, preparazione e aspettative. La vigilia di Pedote in una intervista esclusiva
di Fabio Colivicchi
Andrea Mura, Alessandro Di Benedetto e Giancarlo Pedote, sono i tre velisti italiani alla Route du Rhum 2014. Ci sono ben 43 Class 40 al via della Route du Rhum, e tra questu tanti grandi nomi della vela oceanica, ca-va-sans-dire francesi. Leggete la lista degli iscritti e vi renderete conto. Il Class 40 sta riuscendo nella impresa di dientare una classe oceanica di riferimento. Giovani dai Mini 650 e vecchie glorie di ritorno dagli IMOCA vi si ritrovano per continuare a dire la loro nel gran circo oceanico.
Giancarlo Pedote è all'esordio su questa classe. Saily lo ha intervistato alla vigilia di una impresa che per lui può valere molto.
Si avvicina la partenza della Route du Rhum, per te sarà un esordio sul Class 40, con Fantastica. Come hai passato queste settimane di preparazione, tra conoscenza della barca, allenamento in mare e tua preparazione specifica alla regata?
Concentrato. Credo che questa parola possa ben rappresentare come ho passato questi due mesi di preparazione alla Route du Rhum.
Sono consapevole che per preparare al meglio questa importante regata è necessario avere più tempo, ma ho cercato di compensare le carenze con la concentrazione, dedicando a questo progetto tutto il tempo e le energie che potevo. Come accenni bene tu, sono molti i fronti che compongono la preparazione di una regata, e nel mio caso è stato necessario anche dedicare una buona dose di energie e risorse alla preparazione dell’imbarcazione. Adesso ci avviciniamo alla partenza, e so che la concentrazione dovrà continuare a durare fino a che non avrò legato l’ultima cima all’ultima bitta del porto di Pointe a Pitre.
La gente a casa si fa la domanda più banale, che è anche la più ovvia: com'è passare da 6 a 12 metri, raddoppiando la lunghezza? Cosa cambia per il navigatore, ci si muove e si vive in modo molto diverso, ti sei abituato alle reazioni differenti dello scafo e dell'attrezzatura rispetto al tuo Mini?
Cambia molto per quanto riguarda la vita di bordo. Raddoppiare una barca significa avere più confort: su un Class 40 è possibile stare in piedi sotto coperta ed esiste lo spazio per dormire all’interno della barca, cosa che su un Mini come Prysmian ITA 747 non è possibile.
E’ anche vero, però, che su un Class 40 hai più materia, e questo influisce la vita di bordo: le vele, ad esempio, sono più grandi e la loro gestione durante l’utilizzo e lo stoccaggio è di conseguenza più difficile, più dura.
Direi comunque che la più grande differenza rispetto al Mini è la possibilità di avere il computer e l’iridium a bordo, che permettono delle brevi comunicazioni a terra.
E' più fisico e atletico un Mini o un Class 40?
Credo che in un certo senso le due barche si compensino. Il Mini richiede più resistenza ai disagi: è un mezzo dove si sentono molto di più i capricci del mare e dove, almeno per quanto riguarda Prysmian ITA 747, le regolazioni sono meticolose in ogni dettaglio.
Il Class 40 è un mezzo più asciutto, dove si è più riparati, ma un cambio di vele dura minimo 30 minuti e l’energia fisica che serve durante le regolazioni e il matossage è decisamente maggiore.
Cambia la strategia di navigazione rispetto al meteo per le velocità medie diverse tra le due barche, o no?
La velocità è solo una variabile che cambia, ma l’approccio alla situazione metereologica resta lo stesso. Quello che cambia è la possibilità di scaricare con il computer e il satellitare dei dati meteo più certi ed aggiornati e di poterli integrare sul campo di regata con un software di navigazione a bordo, mentre gli unici dati che abbiamo sul mini sono i dati forniti una volta al giorno dall’organizzazione o i bollettini trasmessi sui canali radio che intercettiamo con delle piccole radio a onde corte.
Cambia la strategia di navigazione perché cambiano i mezzi a disposizione.
Come stai vivendo professionalmente questa partecipazione alla RDR, e cosa ti aspetti dalla regata?
Partecipare alla Rotta del Rhum è sicuramente per me una bella occasione e ringrazio Lanfranco Cirillo che mi ha fornito i mezzi per partecipare, e Prysmian, che ha deciso con una partecipazione di accompagnarmi anche in questo progetto.
La Rotta del Rhum è la transatlantica in solitario più importante e per me parteciparvi significa potermi confrontare con una nuova dimensione, in una situazione in cui tutto viene richiesto e tutto è necessario dare.
Solo questo mi aspetto dalla regata: di esprimermi al meglio in una situazione data, in ciò che posso controllare, e di reagire al meglio a quello che non posso controllare.
La partecipazione del tuo sponsor storico Prysmian anche a questa avventura in Class 40, un dato da sottolineare...
Non posso che essere grato a Prysmian, già Main sponsor del mini 6.50 (Prysmian ITA 747), ha deciso di sostenere anche il progetto Route du Rhum con una partecipazione su Fantastica dell'armatore Lanfranco Cirillo.
di Fabio Colivicchi
Andrea Mura, Alessandro Di Benedetto e Giancarlo Pedote, sono i tre velisti italiani alla Route du Rhum 2014. Ci sono ben 43 Class 40 al via della Route du Rhum, e tra questu tanti grandi nomi della vela oceanica, ca-va-sans-dire francesi. Leggete la lista degli iscritti e vi renderete conto. Il Class 40 sta riuscendo nella impresa di dientare una classe oceanica di riferimento. Giovani dai Mini 650 e vecchie glorie di ritorno dagli IMOCA vi si ritrovano per continuare a dire la loro nel gran circo oceanico.
Giancarlo Pedote è all'esordio su questa classe. Saily lo ha intervistato alla vigilia di una impresa che per lui può valere molto.
Si avvicina la partenza della Route du Rhum, per te sarà un esordio sul Class 40, con Fantastica. Come hai passato queste settimane di preparazione, tra conoscenza della barca, allenamento in mare e tua preparazione specifica alla regata?
Concentrato. Credo che questa parola possa ben rappresentare come ho passato questi due mesi di preparazione alla Route du Rhum.
Sono consapevole che per preparare al meglio questa importante regata è necessario avere più tempo, ma ho cercato di compensare le carenze con la concentrazione, dedicando a questo progetto tutto il tempo e le energie che potevo. Come accenni bene tu, sono molti i fronti che compongono la preparazione di una regata, e nel mio caso è stato necessario anche dedicare una buona dose di energie e risorse alla preparazione dell’imbarcazione. Adesso ci avviciniamo alla partenza, e so che la concentrazione dovrà continuare a durare fino a che non avrò legato l’ultima cima all’ultima bitta del porto di Pointe a Pitre.
La gente a casa si fa la domanda più banale, che è anche la più ovvia: com'è passare da 6 a 12 metri, raddoppiando la lunghezza? Cosa cambia per il navigatore, ci si muove e si vive in modo molto diverso, ti sei abituato alle reazioni differenti dello scafo e dell'attrezzatura rispetto al tuo Mini?
Cambia molto per quanto riguarda la vita di bordo. Raddoppiare una barca significa avere più confort: su un Class 40 è possibile stare in piedi sotto coperta ed esiste lo spazio per dormire all’interno della barca, cosa che su un Mini come Prysmian ITA 747 non è possibile.
E’ anche vero, però, che su un Class 40 hai più materia, e questo influisce la vita di bordo: le vele, ad esempio, sono più grandi e la loro gestione durante l’utilizzo e lo stoccaggio è di conseguenza più difficile, più dura.
Direi comunque che la più grande differenza rispetto al Mini è la possibilità di avere il computer e l’iridium a bordo, che permettono delle brevi comunicazioni a terra.
E' più fisico e atletico un Mini o un Class 40?
Credo che in un certo senso le due barche si compensino. Il Mini richiede più resistenza ai disagi: è un mezzo dove si sentono molto di più i capricci del mare e dove, almeno per quanto riguarda Prysmian ITA 747, le regolazioni sono meticolose in ogni dettaglio.
Il Class 40 è un mezzo più asciutto, dove si è più riparati, ma un cambio di vele dura minimo 30 minuti e l’energia fisica che serve durante le regolazioni e il matossage è decisamente maggiore.
Cambia la strategia di navigazione rispetto al meteo per le velocità medie diverse tra le due barche, o no?
La velocità è solo una variabile che cambia, ma l’approccio alla situazione metereologica resta lo stesso. Quello che cambia è la possibilità di scaricare con il computer e il satellitare dei dati meteo più certi ed aggiornati e di poterli integrare sul campo di regata con un software di navigazione a bordo, mentre gli unici dati che abbiamo sul mini sono i dati forniti una volta al giorno dall’organizzazione o i bollettini trasmessi sui canali radio che intercettiamo con delle piccole radio a onde corte.
Cambia la strategia di navigazione perché cambiano i mezzi a disposizione.
Come stai vivendo professionalmente questa partecipazione alla RDR, e cosa ti aspetti dalla regata?
Partecipare alla Rotta del Rhum è sicuramente per me una bella occasione e ringrazio Lanfranco Cirillo che mi ha fornito i mezzi per partecipare, e Prysmian, che ha deciso con una partecipazione di accompagnarmi anche in questo progetto.
La Rotta del Rhum è la transatlantica in solitario più importante e per me parteciparvi significa potermi confrontare con una nuova dimensione, in una situazione in cui tutto viene richiesto e tutto è necessario dare.
Solo questo mi aspetto dalla regata: di esprimermi al meglio in una situazione data, in ciò che posso controllare, e di reagire al meglio a quello che non posso controllare.
La partecipazione del tuo sponsor storico Prysmian anche a questa avventura in Class 40, un dato da sottolineare...
Non posso che essere grato a Prysmian, già Main sponsor del mini 6.50 (Prysmian ITA 747), ha deciso di sostenere anche il progetto Route du Rhum con una partecipazione su Fantastica dell'armatore Lanfranco Cirillo.
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