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10/01/2022 - 15:06

Un altro pezzo di storia della vela

Addio Franco Cavallo bronzo Star 1968

UN ARTICOLO DEL CENTRO STUDI E TRADIZIONI NAUTICHE PER RICORDARLO - La vela dice addio a Franco Cavallo, classe 1932, medaglia di bronzo classe Star in coppia con Camillo Gargano alle Olimpiadi di Città del Messico (Acapulco) 1968, plurivittorioso in Italia e in Europa su Lightning e Star. Un ricordo con le sue stesse parole

 

Chiamarsi Cavallo e amare saltare sulle onde con vento forte, su barche scomode, pesanti, a spigolo, sdraiato fuoribordo fino a farsi male. Un destino salmastro, per certi versi inevitabile, se abiti nella città affacciata su mari e isole come un superattico da sogno, e se hai un papà già preso da scotte e bozzelli che a sette anni ti regala un barchino lungo un metro e venti. Le storie di chi ha fatto storia insegnano anche questo: nella vita c'è il caso, ma c'è anche qualcosa di scritto apposta per te. Addio con un abbraccio e un ricordo di gratitudine a Franco Cavallo, un altro nome che compare, timido ma incancellabile, negli annali.

Un altro pezzo di storia olimpica della vela azzurra ci lascia: si è spento a Napoli a 89 anni Franco Cavallo, timoniere della classe Star che ha vinto una medaglia di bronzo con Camillo Gargano ad Acapulco, il campo di regata delle Olimpiadi di Città del Messico 1968. Cavallo ha anche vinto 4 europei tra Star e Lightining, due volte è stato secondo e una volta terzo a livello continentale. Vanta anche 4 titoli italiani tra le classi Star e Lightning.

Franco Cavallo era nato a Napoli il 26 settembre del 1932. Atleta del Circolo del Remo e della Vela Italia affacciato su Borgo Marinari, è stato un modello sportivo per tante generazioni di velisti di Napoli, uomo e sportivo di poche parole ma sempre determinato e disponibile. Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica (17 gennaio 1969), ha scritto pagine importanti della storia velica italiana, prima nella classe Lightining, e poi in particolare con la Star Romance.

L’imbarcazione Romance, numero velico I-5023 costruita dal cantiere Old Greenwich Boat Co. di Stamford (USA) nell’anno 1966, donata dal Socio Cavaliere del Lavoro Antonio d’Amico, è oggi esposta sulla terrazza del CRV Italia con una targa celebrativa bene in vista.

Molti gli attestati di stima e i ricordi dal mondo della vela, per un nome che resterà negli annali storici del nostro sport. Tra i tanti si segnala il messaggio del presidente del Comitato IV Zona FIV Francesco Lo Schiavo che a nome dell’intero Consiglio regionale della Federvela, si stringe alla famiglia Cavallo e alla figlia Fabrizia, esprimendo le più sentite condoglianze.

Per onorare al meglio la memoria di un atleta salito sul podio olimpico, possiamo approfittare dell’aiuto dell’unica insostituibile fonte di riferimenti storici della vela, il mai troppo ringraziato Centro Studi e Tradizioni Nautiche che (forse non a caso) ha sede proprio a Napoli e che resta un patrimonio fondamentale. Solo un mese e mezzo fa, nel numero di novembre del Notiziario CSTN, Alessandro Caroelli aveva scritto di Franco Cavallo.

Un articolo che ci riporta come in sogno ad altre epoche, che – come la storia insegna – hanno semplicemente precorso quelle attuali. Una lettura godibilissima, con scoperte preziose. Come le tre volte che Franco Cavallo battè in regata nientemeno che il grande Tino Straulino, o la sua dichiarata teoria sulla necessità che a bordo sia il timoniere a comandare…

FRANCO CAVALLO, TIMONIERE OLIMPIONICO - di ALESSANDRO CAROELLI

(Dal Notiziario del Centro Studi e Tradizioni Nautiche, Numero 111, Novembre 2021) - Se in un giorno d'estate, senza una ben che minima refola di vento, con il mare calmo come l'olio vedevi dalle terrazze dell'Italia una vela avanzare verso terra, potevi esser sicuro che al timone vi fosse Franco Cavallo. Si perché questo ragazzo, di ormai ottantotto anni, è l'unico che sa catturare nelle sue vele un vento con velocità di pochi centimetri al secondo.

La sua passione è nata a sette anni quando il padre Mario, anch'egli velista di un certo valore, gli regala una minuscola barca a vela, il Sardanapalo, lunga solo 1,20 m. ma armata di tutto punto, con questa incomincia a veleggiare nelle acque del porticciolo di villa Gallotti a Posillipo e verso i 12 anni passa a veleggiare con la barca del padre Fantasia. Frequenta sotto casa il cantiere navale Delli Paoli, fa amicizia con marinai, meccanici e carpentieri e da essi riesce ad acquisire nozioni di grande utilità.

Nel 1948 il padre gli compra uno dei primi Lightning costruiti a villa Gallotti, con il quale comincia a regatare. Iscrittosi al Circolo del Remo e della Vela l'Italia nel 1949 come socio allievo e nel 1954 come socio ordinario, si distingue anche nel canottaggio nell'equipaggio del circolo che vinse nel 1951 la coppa Lysistrata con a timone il famoso timoniere Romolo Galli.

Passato definitivamente alla vela nel 1954 sarà il dominatore assoluto della classe Lightning vincendo in Italia ed in Europa a bordo del Fandango I e Fandango II.

Nel maggio di quell'anno a Napoli, nell'incontro Internazionale Classe Lightning con il padre Mario ed il consocio Ennio Magri, si aggiudica la Coppa Città di Napoli. Vince poi il primo Campionato Europeo svoltosi sempre a Napoli fra il 10 ed il 15 luglio. Quindi fra il 28 e 31 luglio, a Gargnano, arriva terzo al Campionato Italiano avendo lo stesso equipaggio.

Nel 1956 è medaglia d'argento a Leneuveville in Svizzera avendo in equipaggio il padre Mario ed il consocio Maurizio de Vito Piscicelli. Sempre in quell'anno vince la Coppa Challenge Triennale donata dalla baronessa Licia Compagna, per incrementare lo yachting femminile, messa in palio dalla Sezione Napoletana della Lega Navale. La regata è riservata alla Classe Lightning con equipaggi formati da una donna al timone e come prodieri due soci del circolo di appartenenza dell'imbarcazione, ai quali non era permesso per alcun motivo metter mano al timone. L'equipaggio di Fandango ha al timone Valeria Tiberi (che sarà poi sua moglie), e Franco e Mario Cavallo come prodieri.

Nel 1957 è medaglia d'argento al Campionato Europeo che si svolge al Pireo (Atene) avendo in equipaggio il padre Mario ed il consocio Maurizio de Vito Piscicelli. Nel 1958 si cimenta sui Finn vincendo il 24 marzo la Coppa Eldorado su Falco e battendo il campione stabiese Alfonso Montuori su Itala, suo implacabile avversario. Conquista poi a Lovise (Finlandia) il Campionato Europeo di Lightning, in equipaggio il padre Mario ed il consocio Ennio Magri. E' la prima vittoria importante fuori casa, Franco ricorda il viaggio di 10.000 chilometri fatti con la 1100 familiare con al traino Fandango, ottima barca costruita da Baglietto, ma che pesava circa cento chili in più delle barche concorrenti e riconoscerà sempre al padre il merito di avergli reso possibile il raggiungimento di importanti traguardi sportivi in anni in cui pochi avevano una barca e facevano trasferte in Europa.

Nel 1959 ad Anzio sul nuovo Lightning Fandango II (in equipaggio il padre Mario ed Ennio Magri) vince il Campionato Europeo e quello Italiano, dimostrandosi uno skipper eccezionale soprattutto in bolina, dove riusciva a compiere bordi eccezionali, coadiuvato egregiamente dai suoi prodieri.

Nello stesso anno, inizia a regatare con lo Star, l'occasione gli viene data dalle preolimpiche a Napoli, regate solo formali, perché l'ammiraglio Straulino era già stato prescelto a rappresentare l'Italia. Franco ricorda: "Volevo scontrarmi con Straulino e così mi feci prestare lo star Fiammetta del Circolo Nautico; nonostante fosse la prima volta, vinsi tre gare contro Straulino e una coppa disputata su tre prove". Questa vittoria lo inorgoglisce molto perché considera Straulino il miglior timoniere del mondo e quindi batterlo e avere le sue congratulazioni fu per lui motivo di grande soddisfazione (oltre al fatto di far rimanere nella sua scia i migliori velisti di Star napoletani). Nel 1960 vince a Lucerna (Svizzera) il Campionato Europeo di Lightning con 12 punti di vantaggio sullo svizzero Lambelet (in equipaggio il padre Mario ed il consocio Francesco Saverio Valentino).

Dopo le olimpiadi del 1960, memore del successo conquistato alle regate preolimpiche, decide di passare definitivamente alla classe Star. Nel 1961 compra la barca di Straulino Merope III e a settembre, con Enzo Fania, vince la seconda edizione della mitica Coppa Tito Nordio, che lo Yacht Club Adriaco di Trieste ha messo in palio per ricordare il grande campione triestino, e batte il grande favorito di questa prova che è il francese Albert Debarge pilota del Candide II. Franco Cavallo commenta così la sua vittoria: ''fu una regata memorabile per la fortissima bora e giungemmo davanti a Debarge (secondo ai mondiali di quell'anno e vincitore della edizione dell'anno precedente contro Straulino e Rode). Gli articoli sul Piccolo di Trieste furono entusiasmanti perché nessuno pensava che il Merope, non più timonato da Straulino potesse competere in questa regata che per i Triestini era l'evento più importante e Straulino non che Nordio erano i loro idoli".

Partecipa nel 1962 al campionato Europeo di Star che si svolge a Cascais (Portogallo) e con Fania, conquista la medaglia di Bronzo. Dal 1960 al 1968 partecipa, conquistando spesso la vittoria, con a manovra Enzo Fania, alle Settimane veliche di Genova, regate caratterizzate, effettuandosi nel mese di febbraio, da freddo, vento e mare fortissimi.

Nel 1965 su Merope III, Gargano a manovra, arriva 3° al Campionato Italiano della Star Class svoltosi a Napoli. Nel 1966 su intercessione di Gennarino (mitico marinaio del Circolo Italia), ha in prestito dal consocio Antonio D'Amico lo Star Romance, col quale otterrà tutte le sue future vittorie.

Su detta barca a Porto Ercole, in agosto, vince li Campionato Italiano avendo come prodiere Camillo Gargano. A settembre poi, sempre con Gargano, partecipa al Campionato Mondiale di Star classificandosi 9° su ottanta concorrenti. Franco così commenta questa sua esperienza: "è stato uno dei più importanti Campionati del Mondo della Star Class, protagonisti e più volte campioni del mondo Elvstrom (velaio), Lowell North (velaio) Etchell (costruttore di Star) Buchan (costruttore di Star), Dick Stern (velaio). Oltre a venti concorrenti americani, tutti altamente titolati, allo svedese Petterson ed al russo Pinegin. Forse è stata una delle mie regate migliori. C'erano raffiche da 80 km all'ora; partivano 80 barche e ne arrivavano 10".

Franco Cavallo così descrive la sua passione per la vela: "il mio piacere era fare delle regate perfette con una barca messa a punto al massimo: il campo di Napoli favoriva ed invogliava verso questo obiettivo che ho sempre cercato di raggiungere. Anche in passeggiata chi usciva con me doveva seguirmi e molti amici hanno con me imparato ad apprezzare la vela. lo uscivo ogni giorno e se non avevo manovratori, portavo chiunque fosse sulla banchina. Se non c'era nessuno uscivo anche da solo. Questo tipo di allenamento faceva si che mi abituassi a fare tutto in barca ed in regata quando avevo l'equipaggio il rendimento era maggiore. Questo mi ha portato ad essere in barca il capo assoluto indiscutibile, ed io ritengo che una barca per vincere deve essere tutt'uno con il timoniere. Oggi questa teoria non è condivisa, ma io non cambio opinione. Oggi in Coppa America c'è il timoniere, lo skipper, lo stratega, per me troppi a comandare. Chi comanda veramente? Chi decide se c'è uno scarso di vento che può percepire solo il timoniere quando girare? Mentre il timoniere comunica lo scarso deve esserci la delibera e nel frattempo lo scarso di vento è già passato".

Sezione ANSA: 
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