Storia | Regata > Coppa America
13/09/2013 - 20:50
Lo Yacht Club Costa Smeralda in festa per il trentennale, con tanti protagonisti
Lo Yacht Club Costa Smeralda in festa per il trentennale, con tanti protagonisti
30 anni fa Azzurra: l'inizio di tutto
E' stata la prima sfida italiana all'America's Cup. Ha cambiato le regole del gioco, la percezione degli italiani per la vela, la vita (e il nome) di parecchia gente. Trent'anni dopo, Azzurra si riscopre attualissima. E torna a casa, a Porto Cervo. Dove l'accolgono con una grande festa...
Tutto è iniziato con Azzurra, nel 1983. La vela italiana è entrata nell'era moderna quasi senza accorgersene e con un entusiasmo fresco, sincero, quasi un amore a prima vista. La "gente", il grande pubblixo, ha imparato quel nome così giusto per una barca italiana, l'ha fatto suo. Ha cominciato a masticare la storia di quell'astruso e leggendario trofeo chiamato America's Cup. E' andata in semifinale con due barboni, uno rossastro e uno biondo: Cino Ricci e Mauro Pelaschier, destinati a diventare le bandiere della vela nazionale.
Azzurra ha conquistato i cuori ed è diventata un fenomeno di comunicazione praticamente incontrollabile (quanti hanno chiamato le figlie, o le aziende, col nome di quella barca), quando Internet non esisteva, e senza dirette tv. Prima del Moro di Venezia e di tutte le Lune Rosse o di Mascalzone Latino. Possibile? Altrochè, e anzi fenomeno da studiare, proprio oggi che tra overdosi di comunicazione, e con la Coppa America del terzo millennio in diretta streaming web worldwide, telecamere piazzate ovunque, audio di bordo e virate live sui telefonini, la vela stenta così tanto a fare breccia proprio nei cuori degli italiani.
Proprio di cuore di tratta, al di là delle circostanxe fortunate - del progetto di Andrea Vallicelli che camminava proprio bene e battè mostri sacri facendo tanta strada, arrivando alla semifinale, in una edizione destinata alla storia per la vittoria di Australia II con le alette, del fascino di quei marinai sconosciuti. Azzurra ha preso il cuore degli italiani perchè ha saputo farli sognare, immaginare il possibile partito da zero. Se c'è qualcosa che ci insegna ancora oggi la strepitosa case-history del successo di Azzurra è proprio questo: l'autenticità funziona meglio delle costruzioni artificiali, per quanto ben fatte. Azzurra era vera e la gente si è riconosciuta.
E' stato l'inizio perchè lo sport della vela ha avuto un forte impulso da quella avventura. Molti hanno cominciato ad avvicinarsi al mondo delle regate dopo Azzurra. E sono arrivate altre storie, altre sfide di Coppa America, di Admiral's Cup, altri uomini. Siamo cresciuti tutti da Azzurra in poi e grazie a quel fenomeno chiamato Azzurra. Sono passati trent'anni? E chi se n'era accorto: oggi quel 12 metri stazza internazionale (che finalmente troneggia al centro del marina di Porto Cervo, a casa sua) è formalmemte una vela d'epoca, ma sostanzialmente il messaggio più attuale che la vela "azzurra" può mandare in giro. C'è una vela a dimensione umana, con valori perfetti per i nostri tempi, che chiede solo di uscire allo scoperto. Anche oltre la festa dello Yacht Club Costa Smeralda che con orgoglio ne reclama i colori.
Personalmente, poi, posso ben dire che "tutto è nato con Azzurra", perchè da novello velista fu appassionandomi alle imprese di Azzurra, seguite via radio (!) con le notizie da Newport, che fui preso dal mondo delle regate, comprai un Laser e iniziai da una Roma Sail Week ad Anzio. Poi venne Fare Vela, il giornale fondato nel 1985, e tante altre cose, tra cui Saily.it. (FC)
QUI IL VIDEO SUI 30 ANNI DI AZZURRA PER LA FESTA ALLO YACHT CLUB COSTA SMERALDA
PORTO CERVO, LA FESTA PER I 30 ANNI DI AZZURRA
Porto Cervo, 13 settembre. Azzurra, la barca che nel 1983 fece innamorare gli italiani per l'America's Cup, è tornata nella sua sede naturale, Porto Cervo, dove rimarrà esposta permanentemente di fronte allo Yacht Club Costa Smeralda. Domani sera i festeggiamenti per il trentennale.
L'estate del 1983 fu indimenticabile. Quasi quanto quella precedente, in cui l'Italia vinse il Mondiale di calcio. Lo Yacht Club Costa Smeralda aveva lanciato la prima sfida italiana all'America's Cup. L'impresa era stata ispirata da S.A. l'Aga Khan, Presidente dello yacht club smeraldino, e dall'Avvocato Agnelli. Queste le parole di S.A. l'Aga Khan all'esordio di Azzurra a Newport: "Affronteremo queste regate meravigliose e affascinanti con l'umiltà degli ultimi arrivati, ma con la convinzione di essere degni di partecipare a questo evento."
La squadra di Azzurra andò ben oltre le aspettative, conquistando l'accesso alla semifinale della Louis Vuitton Cup. Capeggiata dallo skipper Cino Ricci e dal timoniere Mauro Pelaschier, con una struttura organizzativa sostenuta da 17 aziende, affidata a Gianfranco Alberini, Luca Cordero di Montezemolo e Riccardo Bonadeo, Azzurra seppe portare sulle labbra di tutti parole come bolina, strambata, spinnaker, per non dire delle tante bambine, oggi trentenni, che portano questo nome pieno di fascino, in ricordo dell'impresa di allora. Si può affermare senza tema di smentite che fu Azzurra a preparare gli italiani al successo mediatico che successivamente ottennero Il Moro di Venezia e Luna Rossa.
Per festeggiare il 30° anniversario, lo YCCS ha riportato la barca di allora, restaurata, nella sua sede naturale dove rimarrà permanentemente esposta, all'ingresso della marina di Porto Cervo. La sera di sabato 14 settembre è prevista presso la Clubhouse dello YCCS una cerimonia privata, nel corso della quale la madrina dell'attuale TP52 Azzurra, Principessa Zahra Aga Khan, figlia della Begum Salimah che fu al tempo madrina di Azzurra, svelerà la targa che andrà posizionata vicino alla chiglia della barca esposta.
La nuova Azzurra, un modernissimo e tecnologico scafo classe Transpac 52, armato dal socio dello YCCS Alberto Roemmers, sarà ormeggiato accanto ad Azzurra '83, in un ideale passaggio di consegne di quello spirito marinaro e competitivo che animò la sfida di allora.
Tutto è iniziato con Azzurra, nel 1983. La vela italiana è entrata nell'era moderna quasi senza accorgersene e con un entusiasmo fresco, sincero, quasi un amore a prima vista. La "gente", il grande pubblixo, ha imparato quel nome così giusto per una barca italiana, l'ha fatto suo. Ha cominciato a masticare la storia di quell'astruso e leggendario trofeo chiamato America's Cup. E' andata in semifinale con due barboni, uno rossastro e uno biondo: Cino Ricci e Mauro Pelaschier, destinati a diventare le bandiere della vela nazionale.
Azzurra ha conquistato i cuori ed è diventata un fenomeno di comunicazione praticamente incontrollabile (quanti hanno chiamato le figlie, o le aziende, col nome di quella barca), quando Internet non esisteva, e senza dirette tv. Prima del Moro di Venezia e di tutte le Lune Rosse o di Mascalzone Latino. Possibile? Altrochè, e anzi fenomeno da studiare, proprio oggi che tra overdosi di comunicazione, e con la Coppa America del terzo millennio in diretta streaming web worldwide, telecamere piazzate ovunque, audio di bordo e virate live sui telefonini, la vela stenta così tanto a fare breccia proprio nei cuori degli italiani.
Proprio di cuore di tratta, al di là delle circostanxe fortunate - del progetto di Andrea Vallicelli che camminava proprio bene e battè mostri sacri facendo tanta strada, arrivando alla semifinale, in una edizione destinata alla storia per la vittoria di Australia II con le alette, del fascino di quei marinai sconosciuti. Azzurra ha preso il cuore degli italiani perchè ha saputo farli sognare, immaginare il possibile partito da zero. Se c'è qualcosa che ci insegna ancora oggi la strepitosa case-history del successo di Azzurra è proprio questo: l'autenticità funziona meglio delle costruzioni artificiali, per quanto ben fatte. Azzurra era vera e la gente si è riconosciuta.
E' stato l'inizio perchè lo sport della vela ha avuto un forte impulso da quella avventura. Molti hanno cominciato ad avvicinarsi al mondo delle regate dopo Azzurra. E sono arrivate altre storie, altre sfide di Coppa America, di Admiral's Cup, altri uomini. Siamo cresciuti tutti da Azzurra in poi e grazie a quel fenomeno chiamato Azzurra. Sono passati trent'anni? E chi se n'era accorto: oggi quel 12 metri stazza internazionale (che finalmente troneggia al centro del marina di Porto Cervo, a casa sua) è formalmemte una vela d'epoca, ma sostanzialmente il messaggio più attuale che la vela "azzurra" può mandare in giro. C'è una vela a dimensione umana, con valori perfetti per i nostri tempi, che chiede solo di uscire allo scoperto. Anche oltre la festa dello Yacht Club Costa Smeralda che con orgoglio ne reclama i colori.
Personalmente, poi, posso ben dire che "tutto è nato con Azzurra", perchè da novello velista fu appassionandomi alle imprese di Azzurra, seguite via radio (!) con le notizie da Newport, che fui preso dal mondo delle regate, comprai un Laser e iniziai da una Roma Sail Week ad Anzio. Poi venne Fare Vela, il giornale fondato nel 1985, e tante altre cose, tra cui Saily.it. (FC)
QUI IL VIDEO SUI 30 ANNI DI AZZURRA PER LA FESTA ALLO YACHT CLUB COSTA SMERALDA
PORTO CERVO, LA FESTA PER I 30 ANNI DI AZZURRA
Porto Cervo, 13 settembre. Azzurra, la barca che nel 1983 fece innamorare gli italiani per l'America's Cup, è tornata nella sua sede naturale, Porto Cervo, dove rimarrà esposta permanentemente di fronte allo Yacht Club Costa Smeralda. Domani sera i festeggiamenti per il trentennale.
L'estate del 1983 fu indimenticabile. Quasi quanto quella precedente, in cui l'Italia vinse il Mondiale di calcio. Lo Yacht Club Costa Smeralda aveva lanciato la prima sfida italiana all'America's Cup. L'impresa era stata ispirata da S.A. l'Aga Khan, Presidente dello yacht club smeraldino, e dall'Avvocato Agnelli. Queste le parole di S.A. l'Aga Khan all'esordio di Azzurra a Newport: "Affronteremo queste regate meravigliose e affascinanti con l'umiltà degli ultimi arrivati, ma con la convinzione di essere degni di partecipare a questo evento."
La squadra di Azzurra andò ben oltre le aspettative, conquistando l'accesso alla semifinale della Louis Vuitton Cup. Capeggiata dallo skipper Cino Ricci e dal timoniere Mauro Pelaschier, con una struttura organizzativa sostenuta da 17 aziende, affidata a Gianfranco Alberini, Luca Cordero di Montezemolo e Riccardo Bonadeo, Azzurra seppe portare sulle labbra di tutti parole come bolina, strambata, spinnaker, per non dire delle tante bambine, oggi trentenni, che portano questo nome pieno di fascino, in ricordo dell'impresa di allora. Si può affermare senza tema di smentite che fu Azzurra a preparare gli italiani al successo mediatico che successivamente ottennero Il Moro di Venezia e Luna Rossa.
Per festeggiare il 30° anniversario, lo YCCS ha riportato la barca di allora, restaurata, nella sua sede naturale dove rimarrà permanentemente esposta, all'ingresso della marina di Porto Cervo. La sera di sabato 14 settembre è prevista presso la Clubhouse dello YCCS una cerimonia privata, nel corso della quale la madrina dell'attuale TP52 Azzurra, Principessa Zahra Aga Khan, figlia della Begum Salimah che fu al tempo madrina di Azzurra, svelerà la targa che andrà posizionata vicino alla chiglia della barca esposta.
La nuova Azzurra, un modernissimo e tecnologico scafo classe Transpac 52, armato dal socio dello YCCS Alberto Roemmers, sarà ormeggiato accanto ad Azzurra '83, in un ideale passaggio di consegne di quello spirito marinaro e competitivo che animò la sfida di allora.
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