Storia | Regata > Vela Oceanica
24/04/2016 - 21:45
Giorni decisivi di preparazione all giro del mondo in solitario senza scalo
Giorni decisivi di preparazione all giro del mondo in solitario senza scalo
200 giorni al Vendée Globe
Barche nuove, barche vecchie, barche volanti o meno, come i navigatori. Dove sono e cosa fanno tutti? Ale Di Benedetto al via? Facciamo il punto – CON 5 VIDEO DA VEDERE
L’ottava edizione del Vendée Globe parte il 6 novembre 2016. Mancano – al momento di pubblicare – 195 giorni. Quando abbiamo iniziato in redazione questo articolo, mancavano 200 giorni: altri cinque se ne sono andati, e vista la velocità c’è da mettersi nella testa e nei pensieri dei navigatori solitari (e delle tante persone che fanno parte dei loro team) in preparazione all’Everest della vela.
Se è vero (ed è vero) il concetto per il quale “essere alla partenza del Vendée Globe è già un grandissimo successo”, allora vuol dire che questi, esattamente questi, sono i giorni e i mesi decisivi. Per completare tutti i pezzi del puzzle, per essere pronti al via quel 6 novembre, al meglio, per affrontare 3 mesi di mare intorno al pianeta. Saily è andata a scoprire come vivono questi giorni chiave i protagonisti del Vendée.
Questa settimana e la prossima sono già previsti dei vari, o meglio dei “ri-vari”, nel senso di barche non nuove ma comunque rifatte in cantiere. C’era di risolvere (ricordate?) i non pochi problemi derivanti dalla prima comparsa dei foil sugli IMOCA 60, e la comunità della vela oceanica ha dovuto dare soluzione a parecchi rebus. Alcune barche saranno al via il 2 maggio a Plymouth per The Transat, ma altri si stanno portando verso New York, dove il 29 maggio prenderà il via la New York-Vendée (Les Sables).
Tra le barche recentemente uscite dall’inverno in cantiere c’è Maitre Coq di Jeremie Beyou, che ha testato le nuove appendici con i foil. Praticamente negli stessi giorni è andato in acqua anche Groupe Queguiner di Yann Elies, impegnato subito nei test di raddrizzamento. Questa barca è stata in cantiere 4 mesi: completamente rifatto il sistema di timoneria, e ottimizzato il layout dei ballast. E’ come una agenda fitta: 24 ore dopo è toccato a SMA di Paul Meilhat (l’ex Macif di Francois Gabart), tornare in acqua dopo una lunga serie di lavori importanti seguiti al suo quasi naufragio e a tre settimane alla deriva in Atlantico.
Eric Bellion ha ri-varato il suo CommeUnSeulHomme a Port La Foret il 14 aprile, solo un giorno dopo Jean-Francois Pellet e il suo Come in Vendée, entrambi dopo due mesi di cantiere. E ancora: dopo aver rialberato una settimana fa, La Mie Caline di Arnaud Boissieres ha ripreso gli allen
E’ come se la primavera, insieme agli alberi, facesse rifiorire barche a vela oceaniche e il relativo contorno di uomini, speranze, organizzazioni complesse. Perché l’emozione di avvicinarsi a un Vendée vale sempre, e per tutti. Bertrand de Broc non è certo un novellino, anche lui è al lavoro sulla barca, tre mesi di cantiere e ri-varo a Lorient il 14 aprile per il MACSF. Stesso luogo ma il giorno dopo, per Thomas Ruyant e il suoLe Souffle du Nord, tornato in acqua dopo una modifica sostanziale alla timoneria, con la ruota sostituita da un timone a barra: decisione che prova come si tratti di una questione mai davvero risolta. Ruyant ha in programma di fare il Grand Prix a Douarnenez. Spostandosi più a sud, Stephane Le Diraison si è allenato per parecchie settimane in Mediterraneo, prima di un trasferimento in solitario a New York.
Ancora Mediterraneo: a Port Camargue è ancora fermo in cantiere l’IMOCA 60 di Kito de Pavant, Bastide Otio. Kito non prenderà parte ad alcuna regata atlantica di warm-up, ha deciso di concentrarsi su una lunga serie di lavori a bordo. La barca non sarà varata prima di fine maggio, e probabilmente la prima regata che farà sarà la Rolex Giraglia a giugno. Una strategia analoga (niente regate transatlantiche, ma tanto lavoro in cantiere) è stata scelta da Louis Burton, che sta girando la Francia presentando il suo progetto alla ricerca di partner. Il suo Bureau Vallée non si vedrà prima della BG Race a St. Malo, in giugno.
CHE TRAFFICO DI IMOCA IN ATLANTICO TRA MAGGIO E GIUGNO!
Non bisogna dimenticare che qualche skipper deve ancora completare la qualifica Vendée. Questo spiega i tanti iscritti alle regate in arrivo, a partire dalla New York-Vendée, un caso di “marketing di evento” creato esplicitamente sulla base di esigenze precise di parecchi concorrenti/team. A largo di Manhattan il prossimo 29 maggio sono attesi la bellezza di 18 IMOCA 60, e ovviamente, per essere al via, è richiesta una preventiva traversata atlantica dalla Francia agli USA… (anche se alcuni stanno spedendo le barche via nave). Non manca chi per arrivare a New York utilizza l’altra grabde regata transatlantica di questo periodo, la storica The Transat che parte il 2 maggio, dopo un succoso prologo a St. Malo. Altra opzione la Calero Solo Transat, tra le Canarie e Newport, che lascia libertà di data di partenza all’interno di una finestra.
E proprio alle Canarie e a Puerto Calero ha stabilito la sua base invernale il fantasioso Alex Thomson con il suo Hugo Boss, sfruttando le condizioni meteo perfette per la stagione in lunghi allenamenti di messa a punto del suo progetto VPLP-Verdier, che ha intanto conquistato nuovi record sui social con il video dell’impresa del navigatore inglese: decollo in kite agganciato a una drizza del suo IMOCA (il video ha fatto record di visualizzazioni anche su Saily). Con lui (partito il 9 aprile) saranno al via della Calero Solo Transat anche altri due navigatori del giro Vendée: Pieter Heerema (No Way Back) e lo svizzero Alan Roura (Un Vendée pour la Suisse), in gara dal 12 aprile. Tre giorni più tardi è partito anche Sebastien Destremau con il suo FaceOcean. Sono tutti pre-iscritti alla New York-Vendée.
Sono 6 invece gli IMOCA iscritti a The Transat, che stanno raggiungendo Plymouth. Paul Meilhat (SMA) e Sébastien Josse (Edmond de Rothschild) lo faranno attraversando la Manica dalla Bretagna, mentre l’inglese Richard Tolkien è già pronto col suo GBR 44. Gli altri tre arriveranno dal prologo tra Concarneau e St. Malo, e stanno già vedendosela con condizioni dure da Nord Est: Vincent Riou (PRB), e i due con barche nuove dotate di foil: Jean-Pierre Dick con St Michel-Virbac e Armel Le Cléac’h su Banque Populaire VIII. Farà la regata anche Jeremie Beyou con Maitre Coq, pur non iscritto a The Transat. Ogni miglio sarà una nuova occasione per approfondire il confronto tra scafi tradizionali e quelli dotati di vari tipi di foil. The Transat è valida come qualifica Vendée. A New York ci saranno anche Morgan Lagravière col nuovo Safran, Tanguy de Lamotte con Initiatives Cœur, Fabrice Amedeo su Newrest-Matmut, Nandor Fa con Spirit of Hungary.
Ma occhio a chi resta a prepararsi in Europa: il catalano Didac Costa, ha appena varato a Barcelona e partirà presto per le 1500 miglia di qualifica. L’americano Rich Wilson è in Bretagna con il suo Great American IV. E un altro francese Romain Attanasio ha appena completato 6 giorni in solitario in condizioni movimentate sul suo Sixième Océan, ancora alla ricerca di partner per completare il budget. Ricerca che affligge anche l’unico italiano rimasto in corsa per essere al via, Alessandro Di Benedetto.
Infine una storia particolare è quella del navigatore solitario giapponese quarantottenne Kojiro Shiraishi. In una conferenza stampa a Tokio la scorsa settimana ha annunciato l’acquisto di uno degli ultimi IMOCA 60 sul mercato, ribattezzato Spirit of Yukoh, e conta di diventare il primo nipponico a correre il Vendée Globe. Ne parliamo diffusamente in un servizio dedicato.
VIDEO: UN RITRATTO DI ALESSANDRO DI BENEDETTO
VIDEO: I NUOVI FOIL DI SAFRAN
VIDEO: A BORDO DI PRB CON VINCENT RIOU
VIDEO: IL VENDEE SI PREPARA ADESSO
http://www.vendeeglobe.org
L’ottava edizione del Vendée Globe parte il 6 novembre 2016. Mancano – al momento di pubblicare – 195 giorni. Quando abbiamo iniziato in redazione questo articolo, mancavano 200 giorni: altri cinque se ne sono andati, e vista la velocità c’è da mettersi nella testa e nei pensieri dei navigatori solitari (e delle tante persone che fanno parte dei loro team) in preparazione all’Everest della vela.
Se è vero (ed è vero) il concetto per il quale “essere alla partenza del Vendée Globe è già un grandissimo successo”, allora vuol dire che questi, esattamente questi, sono i giorni e i mesi decisivi. Per completare tutti i pezzi del puzzle, per essere pronti al via quel 6 novembre, al meglio, per affrontare 3 mesi di mare intorno al pianeta. Saily è andata a scoprire come vivono questi giorni chiave i protagonisti del Vendée.
Questa settimana e la prossima sono già previsti dei vari, o meglio dei “ri-vari”, nel senso di barche non nuove ma comunque rifatte in cantiere. C’era di risolvere (ricordate?) i non pochi problemi derivanti dalla prima comparsa dei foil sugli IMOCA 60, e la comunità della vela oceanica ha dovuto dare soluzione a parecchi rebus. Alcune barche saranno al via il 2 maggio a Plymouth per The Transat, ma altri si stanno portando verso New York, dove il 29 maggio prenderà il via la New York-Vendée (Les Sables).
Tra le barche recentemente uscite dall’inverno in cantiere c’è Maitre Coq di Jeremie Beyou, che ha testato le nuove appendici con i foil. Praticamente negli stessi giorni è andato in acqua anche Groupe Queguiner di Yann Elies, impegnato subito nei test di raddrizzamento. Questa barca è stata in cantiere 4 mesi: completamente rifatto il sistema di timoneria, e ottimizzato il layout dei ballast. E’ come una agenda fitta: 24 ore dopo è toccato a SMA di Paul Meilhat (l’ex Macif di Francois Gabart), tornare in acqua dopo una lunga serie di lavori importanti seguiti al suo quasi naufragio e a tre settimane alla deriva in Atlantico.
Eric Bellion ha ri-varato il suo CommeUnSeulHomme a Port La Foret il 14 aprile, solo un giorno dopo Jean-Francois Pellet e il suo Come in Vendée, entrambi dopo due mesi di cantiere. E ancora: dopo aver rialberato una settimana fa, La Mie Caline di Arnaud Boissieres ha ripreso gli allen
E’ come se la primavera, insieme agli alberi, facesse rifiorire barche a vela oceaniche e il relativo contorno di uomini, speranze, organizzazioni complesse. Perché l’emozione di avvicinarsi a un Vendée vale sempre, e per tutti. Bertrand de Broc non è certo un novellino, anche lui è al lavoro sulla barca, tre mesi di cantiere e ri-varo a Lorient il 14 aprile per il MACSF. Stesso luogo ma il giorno dopo, per Thomas Ruyant e il suoLe Souffle du Nord, tornato in acqua dopo una modifica sostanziale alla timoneria, con la ruota sostituita da un timone a barra: decisione che prova come si tratti di una questione mai davvero risolta. Ruyant ha in programma di fare il Grand Prix a Douarnenez. Spostandosi più a sud, Stephane Le Diraison si è allenato per parecchie settimane in Mediterraneo, prima di un trasferimento in solitario a New York.
Ancora Mediterraneo: a Port Camargue è ancora fermo in cantiere l’IMOCA 60 di Kito de Pavant, Bastide Otio. Kito non prenderà parte ad alcuna regata atlantica di warm-up, ha deciso di concentrarsi su una lunga serie di lavori a bordo. La barca non sarà varata prima di fine maggio, e probabilmente la prima regata che farà sarà la Rolex Giraglia a giugno. Una strategia analoga (niente regate transatlantiche, ma tanto lavoro in cantiere) è stata scelta da Louis Burton, che sta girando la Francia presentando il suo progetto alla ricerca di partner. Il suo Bureau Vallée non si vedrà prima della BG Race a St. Malo, in giugno.
CHE TRAFFICO DI IMOCA IN ATLANTICO TRA MAGGIO E GIUGNO!
Non bisogna dimenticare che qualche skipper deve ancora completare la qualifica Vendée. Questo spiega i tanti iscritti alle regate in arrivo, a partire dalla New York-Vendée, un caso di “marketing di evento” creato esplicitamente sulla base di esigenze precise di parecchi concorrenti/team. A largo di Manhattan il prossimo 29 maggio sono attesi la bellezza di 18 IMOCA 60, e ovviamente, per essere al via, è richiesta una preventiva traversata atlantica dalla Francia agli USA… (anche se alcuni stanno spedendo le barche via nave). Non manca chi per arrivare a New York utilizza l’altra grabde regata transatlantica di questo periodo, la storica The Transat che parte il 2 maggio, dopo un succoso prologo a St. Malo. Altra opzione la Calero Solo Transat, tra le Canarie e Newport, che lascia libertà di data di partenza all’interno di una finestra.
E proprio alle Canarie e a Puerto Calero ha stabilito la sua base invernale il fantasioso Alex Thomson con il suo Hugo Boss, sfruttando le condizioni meteo perfette per la stagione in lunghi allenamenti di messa a punto del suo progetto VPLP-Verdier, che ha intanto conquistato nuovi record sui social con il video dell’impresa del navigatore inglese: decollo in kite agganciato a una drizza del suo IMOCA (il video ha fatto record di visualizzazioni anche su Saily). Con lui (partito il 9 aprile) saranno al via della Calero Solo Transat anche altri due navigatori del giro Vendée: Pieter Heerema (No Way Back) e lo svizzero Alan Roura (Un Vendée pour la Suisse), in gara dal 12 aprile. Tre giorni più tardi è partito anche Sebastien Destremau con il suo FaceOcean. Sono tutti pre-iscritti alla New York-Vendée.
Sono 6 invece gli IMOCA iscritti a The Transat, che stanno raggiungendo Plymouth. Paul Meilhat (SMA) e Sébastien Josse (Edmond de Rothschild) lo faranno attraversando la Manica dalla Bretagna, mentre l’inglese Richard Tolkien è già pronto col suo GBR 44. Gli altri tre arriveranno dal prologo tra Concarneau e St. Malo, e stanno già vedendosela con condizioni dure da Nord Est: Vincent Riou (PRB), e i due con barche nuove dotate di foil: Jean-Pierre Dick con St Michel-Virbac e Armel Le Cléac’h su Banque Populaire VIII. Farà la regata anche Jeremie Beyou con Maitre Coq, pur non iscritto a The Transat. Ogni miglio sarà una nuova occasione per approfondire il confronto tra scafi tradizionali e quelli dotati di vari tipi di foil. The Transat è valida come qualifica Vendée. A New York ci saranno anche Morgan Lagravière col nuovo Safran, Tanguy de Lamotte con Initiatives Cœur, Fabrice Amedeo su Newrest-Matmut, Nandor Fa con Spirit of Hungary.
Ma occhio a chi resta a prepararsi in Europa: il catalano Didac Costa, ha appena varato a Barcelona e partirà presto per le 1500 miglia di qualifica. L’americano Rich Wilson è in Bretagna con il suo Great American IV. E un altro francese Romain Attanasio ha appena completato 6 giorni in solitario in condizioni movimentate sul suo Sixième Océan, ancora alla ricerca di partner per completare il budget. Ricerca che affligge anche l’unico italiano rimasto in corsa per essere al via, Alessandro Di Benedetto.
Infine una storia particolare è quella del navigatore solitario giapponese quarantottenne Kojiro Shiraishi. In una conferenza stampa a Tokio la scorsa settimana ha annunciato l’acquisto di uno degli ultimi IMOCA 60 sul mercato, ribattezzato Spirit of Yukoh, e conta di diventare il primo nipponico a correre il Vendée Globe. Ne parliamo diffusamente in un servizio dedicato.
VIDEO: UN RITRATTO DI ALESSANDRO DI BENEDETTO
VIDEO: I NUOVI FOIL DI SAFRAN
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VIDEO: IL VENDEE SI PREPARA ADESSO
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